Castigatore dei baby nerazzurri nella finale Primavera di Gubbio nel 2013, il tecnico di Poggio Rusco ha all’attivo l’annata piena del goriziano sulla panchina della prima squadra
Da castigatore dei baby a vice sulla panchina della prima squadra. Alberto Bollini, neo cinquantaduenne, è destinato a portarsi dietro in eterno nel corposo curriculum di fenomenale levatrice di giovani talenti lo strano doppio incrocio con l’Atalanta. Per il tris della sua Lazio (doppio Cataldi e Tounkara) nella finalissima Primavera di Gubbio il 9 giugno del 2013, ai danni dei vari Mattia Caldara, Andrea Conti, Roberto Gagliardini e Alberto Grassi, e per il rincongiungimento con Edoardo Reja in cui avrebbe riabbracciato da alleati gli ultimi tre della serie.
LE DUE INFORNATE LAZIALI. Espertissimo di vivai, Bollini, nato a Poggio Rusco e formatosi nelle giovanili locali dopo il diploma all’ISEF, ha all’attivo anche la Primavera (1996-1998) e gli Allievi Nazionali (1998/99) del Modena, di cui ha allenato per brevi periodi anche i senior, più le Under 19 di Sampdoria (2006-2007) e Fiorentina (2007-9). Ma il tricolore l’aveva vinto una prima volta nel suo primissimo periodo a Formello (1999-2003), nel 2001, la generazione dei Berrettoni e dei Domizzi.
PRIME SQUADRE: POCA ROBA. Il mantovano della Bassa non ha mai trovato fortuna con i calciatori più cresciutelli e l’esonero dalla Salernitana a favore di Stefano Colantuono (sostituito alla Dea proprio da Reja il 3 marzo 2015) l’11 dicembre scorso ne è la riprova. L’unico successo è la Terza Categoria con la Massese di Massa Finalese (frazione di Finale Emilia), da lui allenata tra ’88 e ’91. Igea Virtus e Valenzana, tra 2003 e 2005, non sono certo tappe clou, il Lecce guidato in Prima Divisione dal 4 febbraio 2015 al posto di Dino Pagliari (niente playoff) nemmeno. In amaranto, giunto il primo dicembre del 2016 come traghettatore in seguito all’esonero di Beppe Sannino, la cacciata una rivoluzione terrestre più tardi a favore del Cola. Con altri atalantini fra i piedi, allora è un vizio: il portiere serbo Boris Radunovic e l’oggetto del mistero Patrick Asmah. Auguri.