Cresciuto nell’Ajax, in Italia il mancino di sangue surinamense ha fatto benino solo nel Milan. Dalla Roma all’Atalanta, 9 partite tra Colantuono e Reja senza (quasi) incidere
Nove sinfonie tra lo stonato e il poco orecchiabile. Quattro (due da titolare) sotto Stefano Colantuono, esonerato dopo l’1-2 casalingo con la Sampdoria allo start di marzo del 2015, e la cinquina (due) sotto il suo sostituto Edy Reja. Con una sola perla: il fallo da rigore subìto da Astori, il 19 aprile di quell’anno, da trequartista tattico, giusto per consentire a Denis di pareggiare il vantaggio di Totti sempre dal dischetto, all’Olimpico contro la Roma di Rudy Garcia che l’aveva tenuto fuori dalla lista Champions per poi sbolognarlo nella finestra invernale. Tutto qui il ricordo lasciato all’Atalanta dalla meteora Urby Emanuelson, che oggi compie 32 anni da olandese tornato in patria, all’Utrecht, nella scorsa estate dopo la toccata e fuga nello Sheffield Wednesday, la terza di fila dopo quelle dall’annus horribilis 2014, quello dell’abbandono ai colori rossoneri.
DAI LANCIERI AL MILAN. L’esterno mancino nato ad Amsterdam e cresciuto nell’Ajax, 3 Coppe (2006, 2007, 2010) e 3 Supercoppe (2005-6-7) dei Paesi Bassi all’attivo fra i Lancieri con l’annata 2008-2009 avanzato ad ala da un certo Marco van Basten, oro agli Europei Under 21 con gli Oranje a Portogallo 2006 quando ancora faceva il terzino, dopo 255 match e 22 gol si trasferisce nel gennaio 2011 alla corte del Milan di Massimiliano Allegri, dove vince subito scudetto e supercoppa nazionale per tornarci a seguito del semestre al Fulham in prestito (gennaio-giugno 2013).
DA ROMA A VERONA… PASSANDO PER BERGAMO. In giallorosso solo due timbrate di cartellino, a fronte delle 106 (5 reti) da milanista, sotto le Mura (dal 21 gennaio ’15) l’abbiamo già scritto, quindi da svincolato dal dicembre 11 nell’Hellas Verona e una di numero in Championship. Con l’Utrecht, invece, fanno otto, di cui 6 in Europa League. Auguri.
Che chiodo
Tre mezze partite ha giocato.