Il nuovo attaccante arrivato dalla Roma con diritto di recompra a favore giallorossa ha sostenuto le visite mediche e ha firmato, ma la società non l’ha ancora annunciato
Di Marco Tumminello si sa ormai tutto, dal piede preferito (il sinistro) al costo (5 milioni) passando per il diritto di recompra con plusvalenza raddoppiata e triplicata se ottenuta dopo due stagioni, oppure il 50 per cento a favore della Roma sulla futura rivendita. Anche lo sbarco all’aeroporto di Linate giovedì sera sul tardi, se è per questo. Ma sulle visite mediche e la conseguente firma di venerdì al riparo da occhi indiscreti, testimoni solo i dirigenti dell’Atalanta e i procuratori del giocatore trapanese classe 98′, Andrea Manfredonia e Alessio Ceccarelli, incombe il rischio dei verbi al condizionale: la società, infatti, è ancora ben lungi dal comunicare l’ufficialità dell’affare.
I motivi non si conoscono, anche perché da Zingonia non filtra mezza virgola. E viene spontaneo ripensare al grave infortunio costato al giocatore 187 giorni di stop nella stagione appena conclusa: il legamento crociato anteriore sinistro saltato il 24 settembre in Crotone-Benevento. Il 4 aprile successivo il rientro, nel ko col Torino (4-1) con l’assist a Faraoni. Nel rush finale, i gol il 6 maggio contro il Chievo e il 20 contro il Napoli (due ko per 2-1), a chiusura del tris a referto che aveva conosciuto l’overture il 20 settembre proprio a Bergamo contro i nerazzurri.
Probabilmente i colletti bianchi del Centro Sportivo Bortolotti stanno prendendo tempo per definire gli ultimi dettagli, magari cercando casa in città o nei dintorni al coetaneo di Musa Barrow, deputato a un ruolo importante in un reparto che vede Andreas Cornelius e Andrea Petagna sul piede di partenza. C’è da sperare che non si debba arrivare allo stop all’affare come nell’estate 2017 con Thomas Foket: il belga del Gent, al posto del quale sarebbe poi arrivato Timothy Castagne, rimase alla base dopo un problema al cuore riscontrato proprio dai sanitari al servizio della Dea.