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Due anni fa l’illusione Paloschi

Il 23 giugno del 2016 veniva presentato in pompa magna l’attaccante di Cividate al Piano, presente anche il papà. Da bergamasco non ce l’ha fatta a essere profeta in patria

“Lieti di aver riportato un bergamasco a Bergamo”. Parola di Giovanni Sartori, che ‘sto bergamasco l’aveva avuto al Chievo, responsabile dell’area tecnica dell’Atalanta, 23 giugno 2016. Due anni meno tre giorni dopo, mercoledì 20 giugno 2018, l’ufficialità sul sito della Spal, il suo parcheggio in prestito dalla scorsa estate: per Alberto Paloschi da Cividate al Piano niente più futuro da profeta in patria senza mai esserci cresciuto calcisticamente, l’opzione (alcuni sostengono l’obbligo, che però era manifestamente conclamato solo per il prestito di gennaio Jasmin Kurtic) di riscatto è stata fatta valere. Tra lui e lo sloveno, dieci milioni di investimento.

E il nerazzurro, che non gli aveva fasciato il cuore da bambino a dispetto di qualche provino andato a male all’epoca degli Esordienti della Cividatese, tanto da finire nelle giovanili del Milan, dove avrebbe esordito con gol il 10 marzo del 2008 col Siena? Un sogno durato 14 partite ufficiali senza mai infilarla, che poi sarebbe la sua professione. Quel pomeriggio di due rivoluzioni terrestri fa, all’Atalanta Store, a Oriocenter (di lì a poco sarà spostato a Bergamo, in via Tiraboschi), c’era papà Giovanni visibilmente felice e commosso. Padre e figlio in tenuta vacanziera, il pargolo si era riparato nella Baleari dalla deludente parentesi in Premiership con lo Swansea.

Il 10 giugno 2016, 13 giorni prima della presentazione, il blitz del Cobra di Lodi, prima ancora che arrivasse Gian Piero Gasperini, perché il prescelto per la panchina era il clivense Rolando Maran, un suo mentore se non il mentore per antonomasia, autore di un discreto voltafaccia in combutta col suo presidente Campedelli. 7,5 milioni ai gallesi, contratto quinquennale con possibilità di prolungarlo a 1 milione più bonus d’ingaggio. Non è andata bene, perché dopo le gragnuole nella porta altrui nei test precampionato il colpo al Palo rimase in canna scagliandosi contro la traversa di Marchetti (Atalanta-Lazio 2-3) e contro le manone di Rafael che a Cagliari gli parò il penalty del possibile 1-1. E finì col tris a favore sardo. 20 agosto-18 settembre 2016, le date della fine della visione onirica del bambino che voleva essere atalantino e al dunque non riuscì a mettere radici.

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