L’esterno messicano, ora al Siviglia in prestito dal Porto, gioca largo o da mezzala nella Nazionale di Osorio. A Bergamo due subentri e via: ora è al secondo Mondiale
Un ex nerazzurro al lumicino alla sua seconda rassegna del mappamondo del pallone. E chi se lo sarebbe mai aspettato, gettando lo sguardo indietro su un lasso storico da dimenticare. Miguel Layun oggi compie trent’anni tondi e lo fa da protagonista ai Mondiali di Russia 2018. Con la maglia del suo Messico, largo a destra nel 4-2-3-1 o mezzala da 4-3-3 non importa. Veloce, essenziale, tocco discreto, sempre al posto giusto nel momento giusto. Chi se lo ricorda a Bergamo, però, ha in mente la meteora delle meteore: toccata e fuga nella prima metà dell’annata dell’ultima retrocessione, 2009-2010, quella partita con Gregucci e finita con Mutti passando per un certo Antonio Conte.
IL CARNEADE DA DUE TIMBRATE DI CARTELLINO. Dal bozzolo del Veracruz al rientro in patria da aspirante farfalla all’America, Miguel Arturo Layun Prado – nativo di Cordoba – all’Atalanta non ce la fece proprio a uscire dal guscio. Giusto un paio di comparsate concesse dal futuro ct azzurro: all’81’ sul campo del Chievo al posto di Jaime Valdes quando a Tiribocchi aveva già risposto Pellissier, al 67′ a Cagliari (sotto 3-0, doppio Nené e rigore di Matri nel finale del primo tempo) per Nicola Madonna. Alto a sinistra, alto a destra. 27 settembre e 1° novembre 2009, in mezzo sei panchine. Fine della storia sotto la Maresana.
UNA CARRIERA DI TUTTO RISPETTO. L’infelice e cortissima parentesi bergamasca, a conti fatti, leggi cartellino del Porto e prestito al Siviglia dalla sessione invernale del 2018, a Layun è servita comunque da trampolino. Reduce da 58 gettoni e 1 gol nel suo primo club, ecco i 162 (5 in Libertadores e 3 in CONCACAF Champions League) e 18 nell’America (vinte Clausura 2013 e Apertura 2014) fino a gennaio 2015, i 21 (1) al Watford fino ad agosto, quindi i Dragoes (80 e 11; 16 e 4 in Champions, 2 in Europa League) e gli andalusi (18 e 2). Nella nazionale messicana, ora sotto il ct Osorio, la Gold Cup 2015, 66 presenze e 6 reti. Con Brasile 2014 e Russia 2018 nel carniere. Tanti auguri, caro carneade.
Nello sport devi avere la fortuna di essere allenato dal tecnico capace in un ambiente adeguato per poterti valorizzare.