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Zingonia e Pinetina, è feeling di mercato

Bettella

In primis fu Bastoni. Poi, quasi in un colpo solo, Bettella e Carraro, il futuro di due reparti. A Bergamo si attinge dal vivaio dei nerazzurri di Milano: per arrivare dove?

C’era già stato Gagliardini, va bene. E s’è incassato anche dalla Roma, per Cristante, per poi assistere all’arrivo di Tumminello. Una volta gli assi di mercato dell’Atalanta si coloravano di bianconero e al massimo di rossonero, spesso e volentieri in veste di succursale. Cabrini, Scirea e Inzaghi alla Juve, Donadoni al Milan quando l’ingresso in pompa magna di Berlusconi nel mondo del pallone spostò la geografia del calciomercato piccole-grandi dalla capitale industriale d’Italia a quella morale. E poi i recentissimi Conti-Kessie, direzione Portello-San Siro. Gli esempi di merce pregiata attinta al supermercato sotto le Mura Venete si sprecano. Adesso la tavolozza dice nerazzurro, quello dell’Inter. Storicamente agganciata alla lunga vicenda atalantina dall’affaire-Angelo Domenghini nei mitici Anni Sessanta, per non ripescare dai forzieri della memoria Severo Cominelli nei Trenta.

L’ASSO DI BASTONI. Da Alessandro Bastoni in avanti, però, ecco l’inversione di tendenza e pure di itinerario: in un colpo solo, sulla scia dell’ex prestito parcheggiato a Bergamo una stagione anziché il paio previsto, a Zingonia si sono gettate le fondamenta per il futuro di due reparti su tre. Tutto prima di iniziare la preparazione in Valseriana, tutto sottotraccia anzi sott’acqua, come nelle abitudini del Cobra Giovanni Sartori. Perché sui baby di talento s’investe e si decide senza perdere tempo.

PAROLA ALLA DIFESA. Dalla big alla partner commerciale di provincia, insomma. L’ultima settimana di giugno, a fronte dei dieci milioni spesi per il centrale di Piadena classe ’99, ha fatto fare il viaggio al contrario a due scoperte della cantera di Interello. Il 2000 Davide Bettella, uno che gioca sotto quota nella Nazionale Under 19 prossima agli Europei di categoria in Finlandia insieme proprio a Carnesecchi, Bastoni, Melegoni e Capone (Del Prato e Mallamo in forse, erano nella pre-lista dei 27), è destinato a coprire le spalle all’eredità di Mattia Caldara ma anche a un veterano come Andrea Masiello. Comincerà verosimilmente dalla Primavera di Massimo Brambilla, ma di fatto è il sesto di reparto come da richieste di Gian Piero Gasperini. A sinistra potrebbe esserci l’imminente annuncio del coetaneo Niccolò Corrado, anche lui tra gli svezzati più promettenti dell’Under 19 interista di Stefano Vecchi, terzino con escursioni da pendolino: adattissimo, quindi, al 3-4-1-2 del profeta di Grugliasco.

MARMO DI CARRARO. Nel vivo del gioco, la plusvalenza number two a favore dei nerazzurri ricchi del capoluogo di regione, Marco Carraro, rodato dalla formativa annata in cadetteria a Pescara. 22 presenze più due in Coppa Italia non saranno granché, ma questo veneziano di Malcontenta classe ’98 cresciuto nel Padova è dagli Allievi meneghini che stupisce gli addetti ai lavori. La formula è sempre uguale, titolo definitivo ma con diritto di ricompra. 5 milioni stavolta, 7 per il mastino della serie saranno famosi. In pochi, forse, se lo ricordano, ma sono operazioni in linea con la filosofia gasperiniana: “Abbiamo sfruttato abbastanza il nostro settore giovanile”, aveva detto a fine campionato. Prendersi i campioncini in erba in uscita da quelli altrui, in effetti, non è una cattiva idea. Il responso, as usual, al campo, giudice unico e inappellabile. La domanda, comunque, è legittima: non è che tutti questi scambi sono per caso l’antipasto al piatto forte Musa Barrow? In tal caso, dalla piccola alla grande, com’è sempre stato.

 

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