L’oro olimpico dei giochi invernali del 1984, sorella dell’ex nerazzurro Oscar, si confida alla Rosea: “Ho quella città nel cuore e molti amici anche là, ma tifo nerazzurro”
“Giovedì sera i ragazzi di Gasperini non si faranno distrarre dal tifo, terranno la concentrazione sulla prestazione”. Pettorale numero 5, come la maglia di Andrea Masiello. E Sarajevo nel mirino, anche se giovedì 2 agosto ci vorrà ben più di uno slalom speciale all’Atalanta per rinverdire i fasti di quel 17 febbraio 1984 (un venerdì) di Paola Magoni, tifosa specialissima che s’è raccontata in un’intervista alla Gazzetta dello Sport.
SARAJEVO NEL CUORE. Classe ’64, da Selvino, sorella dell’ex atalantino Oscar, a nemmeno vent’anni la Magoni si prese d’impeto la medaglia più preziosa: “Un pezzetto del mio cuore sta ancora lì, faccio parte di un gruppo su Facebook che comprende anche bosniaci. Giovedì ovviamente tiferò Atalanta: seguivo mio fratello allo stadio, a fine partita gli davamo dello scarpone ma era d’accordo anche lui”.
IL FATTORE STADIO. “Nello sport nulla è impossibile — ha proseguito Paoletta —. Anche se lo stadio sarà tutto per i padroni di casa, i nerazzurri sapranno pensare solo al campo”. L’impianto – oggi Asim Ferhatovic, ieri Stadio Olimpico Kosevo – è lo stesso della cerimonia inaugurale dell’Olimpiade di 34 anni fa: “Ricordo il freddo della sfilata, Sarajevo all’epoca era stupenda. Dopo gli eventi bellici ho percepito un’atmosfera differente. Anche il paesaggio è cambiato”.