
Il romagnolo ha appena smesso i panni del calciatore dopo un’onorata parabola professionale. Per lui, a Bergamo solo due stagioni e mezzo, si prospetta un futuro in panchina
Da Andrea Mandorlini (suo mentore in Riviera di Levante in C1) a Stefano Colantuono passando per Delio Rossi, le due stagioni a mezza a Bergamo di Nicola Mingazzini, recentemente ritiratosi all’attività tanto da soffiare oggi su 38 candeline da aspirante allenatore, dal punto di vista dei risultati non è che siano state proprio esaltanti. Erano gli spiccioli della presidenza Ruggeri, l’altalena con la cadetteria era un must: sei volte al piano di sotto su sedici anni, mica poche, anche per una provinciale come l’Atalanta. E il brevilineo dalla testa rasata nativo di Faenza, giunto da La Spezia nell’estate 2003, se ne andò al Bologna nel gennaio del 2006 senza infilare nemmeno un pallone in porta in 87 allacciate di scarpe. Non era quello il suo mestiere, del resto.
VITA DA MEDIANO. Centosettanta centimetri lì nel vivo del gioco, da frangiflutti dedito all’aggressione sistematica della sfera, chiunque ce l’avesse tra i piedi: il senso di una vita da mediano, appunto. Cresciuto nel Ravenna, conterraneo di altri atalantini del pari di Claudio Rivalta e Davide Bombardini, non a caso compagni sotto la Maresana e altrove (il Bomba, nel capoluogo emiliano), nel reparto in nerazzurro trova il metronomo Antonino Bernardini, inizialmente Alex Pinardi, il baby Riccardo Montolivo, i mancini Andrea Lazzari e Michele Marcolini più Giulio Migliaccio e l’esterno Luca Ariatti. Un’avventura, nei soli campionati, da 31 match e il rosso col Vicenza al piano di sotto, 27 al piano di sopra quando l’avvento in corsa del mister riminese non evita la retrocessione, 17 con doccia anticipata contro Mantova e Arezzo prima della cessione ai rossoblù in compartecipazione e diritto di riscatto.
IL DOPO BERGAMO. Mingazzini gioca quattro stagioni e mezzo nel Bologna, le ultime due nella massima serie, per poi subire il fascino estemporaneo di AlbinoLeffe (novembre 2010-maggio 2011, Emiliano Mondonico in panca) e Nocerina. In seguito, la discesa di categoria: due giri di corsa a Pisa, quattro nella Lucchese, che gli ha garantito un posto nel vivaio. A oggi, però, non risultano ancora incarichi. Bene o male, una carriera da 422 partite e 12 reti. Tanti auguri.
