Ha segnato il matchball in Islanda per la qualificazione al terzo turno, ma ora Eli Elbaz è in rotta col suo allenatore. L’Hapoel cerca di piazzarlo al Bnei Yehuda
L’ufficio complicazione degli affari semplici, a quanto pare, non è una prerogativa della politica e del costume di casa nostra. Capita che perfino un club impegnato nelle competizioni continentali decida di fare a meno di un elemento prezioso alle soglie del retour match di un turno di qualificazione virtualmente perso. Ebbene, dopo il 4-1 subìto al “Sammy Ofer” dall’Atalanta, Nir Klinger ha deciso di disfarsi di Eli Elbaz.
KLINGER, CORE ‘NGRATO. La decisione del tecnico dell’Hapoel Haifa di tagliare una delle sue punte sa parecchio di irriconoscenza: era stato proprio Elbaz, subentrato a Plakushchenko (coi nerazzurri, a Ginsari), ad azzeccare il matchball il 2 agosto scorso in casa degli islandesi dell’Hafnarfjordur garantendo la qualificazione agli israeliani dopo l’1-1 dell’andata. Il titolare al centro di un reparto che prevede due ali, almeno al kick off, è ormai il greco Athanasios Papazoglou.
SQUALI SENZA UN DENTE. Gli Squali di Haifa, insomma, si privano di una zanna. Offrendola in qualità di esubero e contropartita al Bnei Yehuda di Tel Aviv, squadra da cui proviene il neo acquisto Almog Buzaglo, tesserato appena in tempo per siglare il temporaneo vantaggio contro l’undici di Gasperini giovedì scorso. Ci sono due ostacoli: l’onorario di 150 mila dollari a botta e il veto posto dall’allenatore del team dell’ex capitale, Yossi Abuksis.