Anche l’ex giocatore e mister nerazzurro commenta la doppia sconfitta bergamasca
Ottavio Bianchi ama l’Atalanta e il suo ritorno a Bergamo la dice lunga: col pensiero, quello sempre fisso, ma anche di persona. Nel 1971-1973 ha calcato l’erba del Comunale per 55 volte, battezzando le reti nemiche con sei gol. Esattamente dieci anni più tardi, Bianchi non ha resistito alla tentazione ed è tornato in pista, questa volta nelle vesti di allenatore dei bergamaschi, tra il 1981 e il 1983, sempre per due stagioni. Oggi segue da vicino le avventure della Dea e ci è rimasto parecchio male per la caduta della squadra sia in Europa che in campionato.
TROPPI GOL SBAGLIATI. “Cosa c’è che non va?” – commenta a La Gazzetta dello Sport – “l’Atalanta paga la preparazione anticipata e ora vive un momento di appannamento. Ma non diamo troppo peso al KO di Cagliari, è normale accusare il colpo dopo Copenaghen. In Europa qualcuno ha sofferto la pressione, non casuali i tanti gol sbagliati. Bisogna ripartire dal gioco, collaudato e spettacolare. E l’abbondanza non sarà un problema, Gasperini ha dimostrato di essere un grande anche in questo”.
L’EUROPA NON LOGORA. Un peccato per Bianchi non avere più la possibilità di vincere il girone, ma grazie ai giovani Primavera niente è perduto: “La Dea, grazie anche alle cosiddette “seconde linee”, giocatori di valore assoluto, può riconquistare l’Europa. Avere solo un impegno però non è un vantaggio perché giocare. evincere aiuta a fare sempre meglio. L’Europa logora solo chi non la gioca. Mi aspetto la valorizzazione di Mancini, Valzania e Pessina. Poi Gomez è di categoria superiore, ma senza Petagna potrebbe faticare”.