Fino al 30 settembre alla Sala Manzù di passaggio Sora la personale di Miriam Tritto incentrata sul mito, sul sogno e sui simboli. Con una parentesi calciofila, almeno sullo sfondo
In quell’ormai storico autunno del 1907 i fondatori dell’Atalanta – tutti freschi di liceo classico – avevano ben presente il mito di riferimento, con la ninfa velocissima che superava tutti nella corsa salvo arrendersi all’astuzia di Ippomene, riuscito a batterla e impalmarla lasciando una mela lungo il percorso. E il calcio è sullo sfondo di “Atalanta fugiens”, la personale della pittrice Miriam Tritto che come evidenzia il Corriere della Sera di Bergamo resterà aperta negli spazi espositivi della Provincia di Bergamo fino alla fine del mese dalle 16 alle 19 più il mattutino sabato e domenica (10-12).
IN PROVINCIA. Non è la sede dell’Istituzione, in via Tasso 8 a Bergamo, bensì la Sala Manzù in passaggio Sora – che congiunge il parco Donizetti con via Camozzi – ad accogliere l’interpretazione e il senso del mito di quella che secondo l’erronea vulgata calciofila è diventata “la Dea” sic et simpliciter. C’è l’Atalanta che fugge dal mondo e vi si riconcilia, tra dipinti e disegni raffiguranti alchimia, sogno e simboli.
L’ATALANTA E BERGAMO. In un quadro, Atalanta rappresenta Bergamo e, implicitamente, il legame tra la città e la sua squadra di calcio.