Possesso palla, intensità e forza contro il Torino sono tornate a farsi vive nelle file dei nerazzurri. Ma le giocate individuali non si vedono ancora a sufficienza
L’Atalanta contro il Torino ha ritrovato forza e intensità proprie dello spirito di squadra, ma finché alla forza non verrà abbinata la qualità delle giocate individuali i risultati tarderanno ad arrivare. Questa la tesi sostenuta da L’Eco di Bergamo sulla scorta dell’analisi dello 0-0 di mercoledì sera coi granata, 1 punto di media a partita in 6 turni come i nerazzurri.
DEA INTENSA. Il secondo tempo a San Siro col Milan di domenica scorsa e il match della sesta giornata a distanza di soli tre giorni hanno fatto segnare una ripresa sul piano del cuore e dell’intensità, ma l’equilibrio di forze al cospetto di una compagine che usa le stesse armi pur rinunciando a giocare a viso aperto ha portato fatalmente a un confronto asfittico.
L’ANTICALCIO A OCCHIALI. Gian Piero Gasperini ha attaccato concludendo poco e maluccio, Walter Mazzarri s’è appellato alle stesse armi dei padroni di casa difendendosi gagliardamente per non farsi travolgere. Una specie di guerra in tempo di pace sfociata in una brutta partita.
L’ATTACCO NON ATTACCA. Il possesso palla alla fine ha recitato 56 per cento a 44 a favore bergamasco, con prevalenza territoriale netta e 11 corner a 1. Con Zapata e Belotti bloccati da Nkoulou e Palomino, a inventare sullo spartito avrebbero dovuto essere gli elementi di fantasia, da uno contro uno e da ultimo tocco: Alejandro Gomez, Emiliano Rigoni e Josip Ilicic. Serve un cambio di passo in termini di qualità, e può venire solo da loro.