Continuano i digiuni di vittorie e gol, ma a Bergamo società, squadra e tifosi remano tutti dalla stessa parte. Tocca al mago di Grugliasco sciogliere il bandolo della matassa
La classifica parla chiaro: dopo otto giornate l’Atalanta è quartultima in classifica con 6 punti con una sola lunghezza di vantaggio sull’Empoli, fermo a quota 5. Dopo i toscani solamente il Frosinone con 1 punto e il Chievo addirittura in negativo (-1).
FIDUCIA A GASP. Quella dei nerazzurri è una situazione che nessuno si sarebbe aspettato alla luce anche degli investimenti fatti in estate e nonostante un calendario non proprio morbidissimo. Se fossimo stati in altri lidi (Palermo ad esempio), l’allenatore sarebbe già finito sulla graticola da un bel pezzo. Invece a Bergamo non è così. La proprietà ha piena fiducia in Gian Piero Gasperini, forte anche di un contratto con scadenza giugno 2021 e opzione il 2021/2022, che nelle ultime due stagioni ha estratto più volte i conigli dal cilindro tanto da conquistare in entrambe le annate la qualificazione in Europa League. Toccherà quindi ancora al condottiero trovare la cura ai malanni che stanno colpendo l’Atalanta da più di un mese a questa parte.
SITUAZIONE COMUNQUE DA NON SOTTOVALUTARE. Con questo ovviamente non vogliamo dire che va tutto bene. Il digiuno di vittorie e di gol sono comunque due aspetti che non devono essere sottovalutati perché così facendo il rischio è quello di prendere il tutto con quella tranquillità che invece di esser utile a risalire la china, porta tutti in fondo al baratro. I tre punti mancano dal poker rifilato al Frosinone e l’ultima rete realizzata è quella di Rigoni a San Siro, ossia 270 minuti di recupero fa. Nel mezzo si sono giocate tre partite in cui l’Atalanta ha racimolato un solo punto al netto di tre prestazioni in cui avrebbe meritato di più. Contro il Torino è mancato veramente solo il gol, a Firenze ricordiamo tutti l’errore arbitrale che ha poi condizionato il resto del match, mentre ieri contro la Sampdoria i nerazzurri hanno dominato per quasi tutto l’incontro andando vicini al vantaggio in diverse circostanze prima di essere puniti da Tonelli alla seconda occasione blucerchiata.
NON E’ SOLO SFORTUNA. Sicuramente la componente sfortuna ha influito sul rendimento dell’Atalanta. Ilicic, dopo il problema estivo, pare ancora molto lontano dalla migliore condizione. Anche ieri lo sloveno è stato autore di un paio di fiammate, ma non sembra in grado di poter offrire di più. Inoltre, sempre contro la Samp, prima Masiello e poi Zapata sono stati messi ko da infortuni muscolari e chi è subentrato non è stato all’altezza dei titolari. Ma non può essere tutta colpa della sfortuna: lasciare Tonelli, uno dei migliori nel gioco aereo nelle fila della Sampdoria, libero di colpire di testa su azione da calcio d’angolo è un errore gravissimo. Come lo sono quelli di Hateboer che non ha insaccato da tre metri.
CAMBIARE SISTEMA? Un’idea potrebbe essere quella di provare a cambiare qualcosa nell’attuale sistema di gioco cercando di sfruttare tutta la qualità che l’Atalanta possiede dalla trequarti in su (Zapata, Gomez, Barrow, Ilicic, Rigoni, Tumminello più gli adattabili Pasalic e Freuler) sacrificando ad esempio gli esterni di centrocampo, che ad oggi non hanno lasciato evidenti segni in fase offensiva, arretrandoli a terzini.
TUTTI CON GASP. Ma, aldilà di questa fantasiosa ipotesi, le chiavi della squadra sono in mano a Gian Piero Gasperini. Un uomo che ha la fiducia di tutte le componenti in gioco: la società che gli dà fiducia, la squadra che sembra seguirlo e i tifosi che, anche in una giornata negativa come quella di ieri, a fine gara hanno applaudito la squadra nonostante la sconfitta. Tutti gli ingredienti per risalire la china ci sono, ora tocca a Gasp trovare il bandolo della matassa e la soluzione vincente.
