I nerazzurri, giudicati a fine mercato il miglior organico di sempre visto a Bergamo, stanno denunciando problemi tattici ma anche tecnici

Dalla miglior Atalanta di sempre a una squadra nella palude del quartultimo posto e di un’involuzione tecnico-tattica che a fine mercato nessuno si aspettava. Tempo di bilanci, riflessioni e analisi delle cause, per l’Eco di Bergamo, che dai giudizi del 17 agosto alla seconda pausa per le nazionali mette quello del trequartista in cima ai problemi attuali della squadra.

CRISTANTE, DOVE SEI? Negli equilibri perduti e da ricostruire, l’uomo dietro i due attaccanti, deputato spesso a inserirsi (a destra, se Gomez parte dall’altra parte) come a controllare il portatore di palla altrui, è l’enigma degli enigmi: lì si sono succeduti Pessina, Pasalic, Rigoni, Freuler e Ilicic. In teoria il sostituto – fin qui non convincente – è il croato in prestito dal Chelsea, ma nessuno sta rendendo sotto porta e in copertura come il neo romanista Cristante.

I SOSTITUTI. Zapata in campionato non s’è sbloccato facendo rimpiangere Petagna a qualcuno, Rigoni è l’innesto dalla cintola in su, Palomino come erede di Caldara va bene, il Papu e lo sloveno non sono quelli da 16 e 11 gol di due e un anno fa. Spinazzola non ha un rimpiazzo, ma nella sua seconda stagione era a mezzo servizio.

MAL D’EUROPA. L’eliminazione ai playoff dall’Europa League ha ricoperto il ruolo del pompiere sugli entusiasmi estivi. Le conferme sono state disattese, da outsider l’Atalanta è diventata la delusa che non è più una sorpresa e ha subìto il contraccolpo immediato contro Cagliari e Spal. Ma il mal d’Europa è il nemico subdolo che s’è manifestato sempre a pelo d’acqua: dalla grinta positiva nel 2-2 col Milan in avanti, a mancare è stata la sostanza.