Tocca quota 65 lo stopper che giocava col 3 e col 2 sulla schiena, da marcatore puro. Quattro stagioni e il mitico spareggio di Genova nel cuore
Di base era uno stopper, di quelli che fisicamente teneva testa al centravanti, ma nel quadriennio all’Atalanta Giovanni Mei ha all’attivo più che altro le maglie numero 3 e 2. E la prima per il difensore di Fano, oggi 65 anni, è un marchio di fabbrica indelebile, perché indossata a Genova nel famoso spareggio col Cagliari per la promozione in A del 29 giugno 1977. Avrebbe fatto altre tre annate piene, sotto le Mura, Mei, tornando in cadetteria nell’ultima. Sempre nel segno di Titta Rota in panchina.
L’ATALANTA DA SALISCENDI. Erano gli sgoccioli della presidenza di Achille Bortolotti, che avrebbe ceduto lo scettro al figlio Cesare proprio alle soglie della storica retrocessione in C1. Per il mastino marchigiano, compagni che hanno fatto la storia nerazzurra quando difendere questi colori significava stringere i denti e lottare per l’obiettivo minimo. Andena, Mastropasqua, lo stesso Antonio Percassi, Marchetti, Vavassori e Reali nel pacchetto difensivo, Festa e poi Prandelli in mediana, Tavola a sinistra, Scala l’uomo-fantasia nonché doppiettista nel summezionato 2-1 ai sardi (certezza il 3 luglio a Bologna nell’occhiale col Pescara), Bertuzzo-Paina-Garritano-Pircher i grossi nomi davanti.
IL PRIMA E IL DOPO DI MEI. Cresciuto nel Fano, Mei andrà a parare ovunque, specialmente nelle sue esperienze fuori dalla riga di gesso. Leggi al Saipa di Teheran nel 2003-2004 e, da vice di Franco Colomba, perfino in Indian Super League nel Pune City undici rivoluzioni terrestri più tardi, con Cirillo e Trezeguet in campo contro il Delhi di Alex Del Piero. Da giocatore, Bologna, Brindisi e Modena più, nel post Bergamo, Cesena (anche lì due di A e due di B), per chiudere trentaduenne nella Cremonese di Emiliano Mondonico, neopromossa in massima serie e subito andata giù. Da tecnico, invece, insieme a Vis Pesaro, Suzzara, Barletta, Baracca Lugo, Catania, Pontedera, Fano, Sambenedettese, Bologna, Parma e Padova (vice e poi sostituto di Colomba), anche una comparsata in C1 al Leffe (1993) appena orfano di Bortolo Mutti, Pippo Inzaghi e Gianni Cefis. Stagione finita da Enrico Catuzzi. Tanti auguri.