Avvocato e assistente universitario a Roma, l’ex difensore atalantino si concede a una chiacchierata con Gianlucadimarzio.com: “Il calcio? Una parentesi”
“Il calcio è una parentesi, poi la vita continua e bisogna farsi trovare pronti”. La lezione dell’avvocato Guglielmo Stendardo, assistente universitario del professor Lubrano alla Luiss di Roma in Diritto dello Sport, finisce dritta ai microfoni di Gianlucadimarzio.com. E l’ex difensore dell’Atalanta sembra molto preso dalla sua nuova vicenda professionale: “La parte accademica consente di trasmettere agli altri quello che hai appreso, ma il mio obbiettivo è tutelare i diritti del calciatore perché ho vissuto la vita dello spogliatoio e so cosa significa”.
GLI STUDI DA CALCIATORE. Stendardo, detto Willy, famoso per aver rifiutato la convocazione per l’ottavo di Coppa Italia in casa della Roma dell’11 dicembre 2012, incontrando la contrarietà di Stefano Colantuono, perché doveva sostenere l’esame di Stato presso la Corte d’Appello di Salerno, ripercorre le tappe dei suoi studi. “Ho iniziato a Genova quando ero alla Sampdoria, poi ho dovuto interrompere e ho ripreso a Roma, alla Lazio, fino alla laurea – ha aggiunto -. Mio padre ci teneva molto che studiassi: i calciatori fanno il lavoro che amano, ma è una parentesi precaria”.
L’AVVOCATO WILLY. Iscritto all’albo dal 2014, appartenente all’Ordine del Lazio, Stendardo è fiero del suo titolo e invita i colleghi da sempre a portare a termine gli studi, ma si schermisce: “Non ho fatto nulla di eccezionale, ma solo quello che dovrebbe fare ogni ragazzo: studiare, apprendere e formarsi – chiosa -. Nel calcio il business supera qualsiasi valore: peccato che non dia molta importanza alla conoscenza, perché è un mondo che potrebbe veicolare valori edificanti”.