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In attesa del nuovo, vince l’usato sicuro. Sartori e 3 anni di mercato

Al “Bentegodi” è tornato in auge Ilicic, il colpaccio del 2017. L’investimento Zapata e Pasalic ancora in cerca di adattamento, il Papu nuova arma tattica

Una tripletta per dire al mondo intero che il nuovo può attendere. Josip Ilicic, il mattatore della cinquina sporca al Chievo, è il colpaccio della campagna estiva 2017, finalmente fuori rodaggio dopo le noie al motore di inizio stagione, destinato a bagnare il naso alle new entry del mercato. L’Atalanta edizione 2018-2019 aspetta con fiducia l’investimento Duvan Zapata, fin qui a secco in campionato, come l’inserimento a pieno regime del paio di prestiti di lusso, Emiliano Rigoni e Mario Pasalic. Se poi il Papu Gomez diventa l’arma tattica che negli anni scorsi erano stati Jasmin Kurtic e Bryan Cristante, apriti cielo: il lavoro del responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori, a questo giro, sembra più utile in prospettiva che non incisivo sugli assetti del presente.

IL VECCHIO E IL NUOVO. El Rayo ha timbrato la doppietta alla Roma e acciuffato il 2-2 in extremis nella tana del Milan, ma nello scacchiere di Gian Piero Gasperini può fare solo l’ala o la seconda punta. Trovare spazio con continuità nel 3-4-1-2 è un problema, anche perché il tecnico non intende cambiare modo di giocare. Il croato, imbucate in coppa ad Haifa e alla prima in A col Frosinone, è meglio tra le linee, dove però il suo passo è tuttora troppo lento per essere utile nelle due fasi. Il colombiano là davanti, invece, soffre a dover puntare uno dei vertici dell’area invece che aspettare rifornimenti dal capitano, ora arretrato dietro due punte larghe, o dai due pendolini di fascia, oppure da uno dei due centrali laterali quando si sgancia. Risultato? Per far abbassare le orecchie ai Mussi, dal kick off, ci si è affidati ai volti noti, con Musa Barrow e il profugo croato-bosniaco naturalizzato sloveno a farla da punte. Le novità sono ufficialmente retrocesse in seconda fascia.

SARTORI E LE PLUSVALENZE TARGATE ZINGONIA. Il Cobra di Lodi, scuola clivense, risultati e plusvalenze nel curriculum alle spalle, a Bergamo ha centrato queste ultime grazie ai canterani di ritorno e poco altro. Se si eccettua il milanista di formazione Bryan Cristante alla Roma, infatti, le cessioni che hanno riempito le casse di Zingonia nel triennio gasperiniano riguardano chi è passato quantomeno dalla Primavera nerazzurra: Franck Kessie, Roberto Gagliardini, Andrea Conti, Mattia Caldara, 100 milioni in quattro. Andrea Petagna, che a fine giugno porterà in dote un 12 con sei zeri appresso, e Jasmin Kurtic, che la Spal ha riscattato per primo, non hanno certo parlato bergamasco fin da ragazzini. E sono i soli, nel nuovo corso, tra quelli la cui cessione ha consentito ad Antonio e Luca Percassi di proseguire a mettere soldi sul tavolo.

SARTORI E LE FACCE NUOVE. Al netto delle facce nuove dal ritiro di Rovetta 2018 in avanti, non è che l’uomo del calciomercato atalantino da quando ha posato piede al Centro Bortolotti abbia avuto sempre fortuna con le figurine inedite da incollare sull’album dei progetti. Nella banda dei nuovissimi, di Marco Tumminello, problemi al ginocchio e ora al gomito, è superfluo parlare. Le ali per volare in Europa dopo più d’un quarto di secolo, i succitati ex del vivaio, poi, si erano impreziosite delle piume di due soli forestieri, Petagna stesso e il prestito juventino Leonardo Spinazzola. Gomez è qui dai tempi dell’ultimo Stefano Colantuono. Gli altri acquisti-movimenti in ingresso? Pierluigi Gollini in porta ha fatto le scarpe a Etrit Berisha. Hans Hateboer, il post Conti a destra, ha guadagnato la nazionale olandese tra alti e bassi.

TOP & FLOP. Lo strombazzato bomber ex Swansea Alberto Paloschi, il primissimo dei parcheggiati alla Spal, non ha lasciato traccia. Sempre nel 2016-2017, Aleksandar Pesic ha apposto l’autografo sul tris al Pescara in Coppa Italia e tanti saluti, mentre l’ala sinistra ecuadoriana Bryan Cabezas è alla terza casacca (Panathinaikos, Avellino, Fluminense) in un anno e rotti. L’estate scorsa è stato il turno di José Palomino, Timothy Castagne, Robin Gosens, Joao Schmidt (al Rio Ave in Portogallo, altro prestito), il cavallo di ritorno Marten de Roon e, appunto, Ilicic. Ai conti ci penserà il campo, sperando che tra il grano non spunti altro loglio.

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