L’ex commissario tecnico della Nazionale si esprime alla vigilia della sfida dei nerazzurri con il Parma e fa un confronto anche fra Gasperini e D’Aversa
In nerazzurro è stato sia calciatore (1978/1979 e dal 1985 al 1990) che allenatore, sia delle giovanili (con cui ha vinto diversi triofei) che, per una breve parentesi, della prima squadra. A Parma invece è stato solamente tecnico dal 2002/2004. Stiamo parlando di Cesare Prandelli, ex commissario tecnico della nazionale azzurra, che ci aiuta ad analizzare la situazione in casa Atalanta in vista del match con i ducali.
Mister, come valuta la prima parte di stagione dell’Atalanta?
“Diciamo che ci aveva abituati bene e le aspettative si erano un po’ alzate, Copenaghen creato un po’ di insicurezza anche se l’eliminazione è stata immeritata, ma il calcio è anche questo. L’Atalanta ha cambiato qualche giocatore e ci vuole un po’ di tempo per trovare i giusti meccanismi, ma credo che il recupero di Ilicic sia determinante per la qualità del gioco sulla trequarti. Lui e Gomez sono imprevedibili, mentre con il solo Papu era tutto un po’ più facile per gli avversari perché sapevano già su chi andare a raddoppiare. Quando invece hai in campo due giocatori come loro, rendi le cose più complicate”.
Quindi era fondamentale riabbracciare Ilicic.
“Si sta parlando di un giocatore di qualità che ogni volta può toccare una palla importante trasformandola in un tiro, un assist o un passaggio determinante. Si può giocare bene ma devi buttarla dentro, che è un po’ quel fattore che era mancato con i danesi. Ora che l’assetto è stato ritrovato, sono sicuro che l’Atalanta ripeterà il campionato scorso”.
Sta dicendo che può qualificarsi per l’Europa League?
“Secondo me è ancora possibile. Anche quando non ha vinto contro la Roma, ha disputato un primo tempo straordinario e significa che anche con i nuovi si può fare bene. Sono convinto che con la massima determinazione e serenità si possa aspirare a un posto in Europa”.
Domani arriverà il Parma. Si aspettava di vederlo così in alto?
“Pensavo di trovare un Parma organizzato e lo è perché lo era anche l’anno scorso. Però i nuovi sono arrivati e si sono inseriti in un meccanismo che funziona. E’ una squadra interessante perchè torna in A dopo tre anni di assenza e non è semplice rimanere nella massima serie. Domenica sarà una partita delicata perché i gialloblù hanno giocatori che sono veloci nelle ripartenze. Come Gervinho, ma non solo lui. Hanno tre giocatori di gamba in contropiede”.
Quali potrebbero essere le contromosse?
“L’Atalanta ha dimostrato che gioca pressione a tutto campo, fa chiusure preventive ed è attenta non solo con i tre difensori, ma anche con De Roon che tampona certe situazioni. Non ci sono segreti nel calcio: bisogna essere compatti, corti e non sbagliare passaggi stupidi. Poi il fascino del calcio è che un episodio può cambiare la partita. Penso e credo vedremo gara interessante anche tatticamente”.
Da una parte troviamo un esperto come Gasperini, dall’altra un emergente come D’Aversa.
“Allenatori hanno un futuro in base ai risultati, ma bisogna anche essere fortunati ad arrivare nel posto giusto al momento giusto. D’Aversa ha idee, dà un sano e giusto equilibrio e ha tante motivazioni. Se si trova in una società con un progetto e gli concede massima fiducia e tranquillità, può fare molto bene, magari ripercorrendo la strada di Gasperini a Bergamo. Gian Piero è stato bravo nei primi due mesi a ribaltare un po’ tutto con coraggio esprimendo il suo calcio. Ha idee, capacità e bravura e ha trovato una società capace di proporre ogni anno giocatori interessanti”
E lei invece? Quando la rivedremo in panchina?
“Ho avuto richieste dall’estero, ma ho scelto di non accettarle. Mi piacerebbe rientrare in Italia, vediamo cosa succederà”.
