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La mentalità è cambiata, non si può e non si deve tornare indietro

L’Atalanta lotterà per salvarsi ma finchè suderà con così tanta fame lasciamola fare. È tutto spettacolo e indietro la riporta nessuno

L’Atalanta perdeva 3-2 al Signal Iduna Park, in casa del Dortmund, sopra al muro giallo. Sì, sopra, a testa alta, figli della fierezza maturata da corsa, organizzazione, tecnica, errori e personalità. Da vendere. È vero, ogni cosa necessita del proprio tempo, e quello della Dea è arrivato, prepotente nei modi proprio come piace a Bergamo.

PRESENTE. L’obbiettivo dei sostenitori nerazzurri non è di certo quello di attribuire meriti. Ma prendere in considerazione Gian Piero Gasperini come principale punto di intersezione tra passato e presente è qualcosa di così necessario tanto da potersi permettere di sperare, in meglio, anche nel futuro. Perché? Ecco probabilmente, così come nel teatro, il ruolo del regista è sempre più sinonimo di garante dell’Opera, come lo stratega di Grugliasco, abile collante tra il lavoro societario, presidenza di un calcio vecchio stile, e il  lavoro quotidiano sul campo. 

PASSATO. Un gruppo messo spesso e volentieri a dura prova, capace di ascoltare chi come il Gasp ha trovato a Zingonia una casa in grado di accogliere ed ascoltare esigenze ed ambizioni. Anche se c’è ancora tanto da migliorare però, l’intesa vincente prova a sconfiggere la mediocrità che aleggia sopra il calcio italiano. L’Atalanta combatte nello scrollarsi di dosso ciò che era perché finalmente ci sono le basi per diventare ciò che si vorrebbe. 

FUTURO. Del domani non vi è certezza se non quella di una nuova azione per la grande impalcatura nerazzurra: ampliamento del centro sportivo con annessa crescita del settore giovanile, stadio nuovo e  tifosi come dodicesimo uomo. Questo è cosa nota, ne abbiamo parlato a lungo e non smetteremo certo ora di farlo. L’Atalanta lotterà per salvarsi, come fa comodo a qualcuno, ma nessuno potrà disarmarla da quella fame maturata nel tempo. Quello che sappiamo però, oggi più di ieri,  è che la mentalità è cambiata e da qui non si torna più indietro. Verso la terza Europa League consecutiva.

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