Fine anno, tempo di bilanci. Voti e analisi di quanto accaduto in quest’anno solare in casa Atalanta
Con la la fine dell’anno è tempo di tirare le somme. Ecco le nostre pagelle sugli ultimi dodici mesi in casa Atalanta.
Voto 2 alla notte di Copenaghen. Quando torni in Europa dopo ventisette anni sembra un sogno, riuscirci per due anni consecutivi non era nemmeno immaginabile. Ma la traversa di Gomez e il rigore svogliato (per usare un eufemismo) di Cornelius hanno costretto i tifosi al risveglio.
Voto 4 a chi pensava che l’Atalanta avrebbe fatto “la fine del Sassuolo”. A chi pensava che questa squadra non avesse abbastanza attributi per confermarsi. Gli uomini di Gasperini hanno smentito tutti, perché in pochi credevano che al 2019 i nerazzurri ci sarebbero arrivati da settimi in classifica.
Voto 5 a coloro che – forse – non riescono a rendersi conto di quanto sia straordinario ciò che l’Atalanta sta facendo in questi anni. Quelli che alla prima sconfitta parlano di “pensare alla salvezza”. E vengono puntualmente smentiti.
Voto 6 agli avversari. Se l’Atalanta ha ottenuto certi risultati è anche perché tante, storiche big del nostro campionato hanno fatto un po’ di fatica. Dando però un grosso filo da torcere, come nella corsa al settimo posto della primavera scorsa, contro Fiorentina e Sampdoria.
Voto 8 alla squadra, probabilmente la più forte mai passata da Bergamo. La classe di Ilicic e Gomez, la forza di Zapata, la grinta di Freuler e de Roon, la corsa di Castagne, Hateboer e Gosens. La garra di Toloi e Palomino, ma anche di Masiello, Mancini e Djimsiti, che sudamericani non sono. Voto 8 a tutti, dal primo all’ultimo.
Voto 9 a Gasperini. Diciamocelo, se la squadra ha ottenuto certi risultati è soprattutto merito suo. Basta guardare la sua reazione ogni volta che l’Atalanta subisce un gol, vorrebbe sbranare ad uno ad uno i componenti della squadra. Ma a fine partita lo si trova lì, con i suoi ragazzi, a saltare sotto la curva.
La perfezione di un articolo. Bravo è la pura verita