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Auguri a Bordin e Bortolazzi, i gemelli diversi da Coppa Uefa

54 anni per i due centrocampisti che condivisero insieme una stagione nerazzurra con il primo turno di Uefa perso con lo Spartak Mosca. Il primo allena ancora

Entrambi 54 anni oggi, giovedì 10 gennaio. Entrambi centrocampisti, arrivati alla corte nerazzurra nell’ultima annata dell’Emiliano Mondonico atto I. Uno più difensivo e se necessario di spinta, l’altro più offensivo, geometrico e goleador. Con una stagione in comune all’Atalanta, 1989-1990, ivi compresa l’esperienza in Coppa Uefa iniziata e finita con lo Spartak Mosca. Spengono le candeline Roberto Bordin, attuale allenatore del Neftci Baku in Azerbaigian, e Mario Bortolazzi, in cerca di occupazione dopo aver ricevuto il benservito a Bologna insieme a Roberto Donadoni, compagno al Milan sul campo e capo in panchina anche a Lecco, Livorno, in Nazionale, nel Napoli e nel Parma.

IL LIBICO SETTEMPOLMONI. Nato a Zawiya ma cresciuto a Sanremo anche calcisticamente, il palmarès di Bordin a Bergamo è lungo un quadriennio. Da 140 partite e 8 gol: 122 e 5 in A, 8 e 2 in Coppa Italia, 10 e 1 in Europa, il cabezazo per l’1-1 di Colonia ai sedicesimi Uefa nell’edizione 1990-1991 persa ai quarti con l’Inter (e divisa tra Piero Frosio e Bruno Giorgi). In campionato, invece, palloni in porta a Cremona (1-1) e contro la Juve (1-2) subito, quindi nel 2-2 con la Roma nel giro di corsa dopo e, per concludere, Cagliari (2-1), ancora la Lupa (3-1: un auto-regalo, era il 10 gennaio) e il Genoa (1-2) nell’Atalanta di Marcello Lippi. Taranto, Parma e Cesena le squadre pre Dea, poi Napoli, Piacenza, Triestina, Vicenza e Spezia (chiudendo da centrale difensivo nonostante i 172 centimetri) e la vicenda in panca: ombra di di Andrea Mandorlini a Bologna, Padova, Siena, Sassuolo, Cluij (triplete rumeno 2010) e Verona, prima di due stagioni in Moldavia allo Sheriff Tiraspol da titolo e coppa nazionale.

UN VERONESE DA MILAN. Se coi russi Bordin si fece l’ultimo quarto d’ora in casa (12 settembre) a reti bianche al posto di Mindo Madonna e al ritorno gli cedette la zolla al 21′, a Mosca il conterraneo di Romeo e Giulietta subentrò a Prandelli al 72′, 16 minuti prima dell’epilogo by Rodionov (Cherenkov apeva aperto al 28′). Per Bortolazzi, nell’unico giro di corsa sotto le Mura, zampino in A (20 partite) nel 2-0 alla Cremonese e nel 3-0 alla Roma; nel trofeo della coccarda (4 gettoni), nel poker alla Torres al primo turno (23 agosto ’89) inaugurato proprio dal co-festeggiato e contrassegnato dalla doppietta del Figlio del Vento, quindi matchball nel successivo ai supplementari per avere la meglio sul Bari. Scudettato milanista con Sacchi (’88) passato poi dalla Fiorentina, era un giramondo: Tebaldi Verona, Mantova, Parma, Hellas, Genoa, West Bromwich e Lecco, la città in cui il suo destino si sarebbe legato di nuovo al Roby di Cisano Bergamasco.

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