La valorizzazione dei baby del vivaio raggiunge un’altra tappa epocale: il neo maggiorenne Piccoli aggregato alla lista dei più grandi. E il mercato…
Non solo calciomercato. Roger Ibañez da Silva è l’ultimo arrivato, e che il difensore ormai ex Fluminense abbia compiuto 20 anni il 23 novembre scorso non è un dettaglio. Perché l’Atalanta continua a perseguire imperterrita la politica del presente e del futuro: giovani, meglio se del vivaio. La dimostrazione, si legge stamani su L’Eco di Bergamo, è l’ultimo grido in materia di convocazioni: Roberto Piccoli, bergamasco di Sorisole, 18 anni oggi, il ventiduesimo contro la Roma.
UNA DEA DIFFERENTE. Dopo l’esordio domenica scorsa a Frosinone del 2000 nazionale svedese Dejan Kulusevski, un fantasista mancino, c’è la panchina per l’ennesimo Primavera, Piccoli appunto, centrattacco con 11 gol in 16 presenze a livello Under 19 e azzurrino dall’Under 15 all’Under 19.
LA DEA E IL FUTURO. Tra mosse di mercato e interne, dunque, si punta costantemente sul futuro. Del resto le plusvalenze storiche dell’era di Gian Piero Gasperini sono state i Caldara, i Kessie e i Cristante. Prossimamente, Gianluca Mancini. Tutti figli della programmazione, quando non solo del vivaio di casa.
LA DEA PARLA INGLESE. Roberto Inglese del Parma (in prestito dal Napoli) può invece essere l’alter ego del coetaneo (’91) Duvan Zapata. Le caratteristiche sono similari, economicamente il target è quello tipico dei nerazzurri: ai Ciucci un anno e mezzo fa costò 10 milioni nelle casse del Chievo, ora costerebbe 15. La progressione di gol è anch’essa simile al colombiano: 3, 10 e 12 gol contro 5, 6, 8, 10 e 11 coi 14 attuali. Fattibile se si va in Europa League, ma in caso di Champions meglio tenersi l’originale.