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Bonci e Parravicini: le candeline delle meteore

parravicini

L’attaccante degli anni settanta che ballò una sola stagione e il mediano milanese da sei mesi che ora allena la Pro Sesto: mini storia di due atalantini per caso

Uno ne compie 70 precisi e le ultime lo danno sempre in seno alla dirigenza della Polisportiva San Faustino, dalle sue parti. L’altro 37, alla seconda stagione in sella alla Pro Sesto in serie D, allenando il figlio d’arte Alessio Bugno, l’altro ex di maglia Leo Di Ceglie e il veterano Cristan Bertani.. Le candeline degli ex dell’Atalanta di oggi, giovedì 31 gennaio, si esauriscono con l’attaccante modenese Fabio Bonci e il mediano milanese Francesco Parravicini.

TOCCATA E FUGA. Bonci, figlio (Iro: Cesena, Modena, Forlimpopoli, Fiorentina, Piombino e Riccione, allenatore delle giovanili canarine) e nipote (Adler, Emilio e Remo, tutti cesenati) d’arte, dal ’67 al ’69 coltivò il sogno di diventare vice o erede di Pietro Anastasi nella Juventus di Heriberto Herrera, che avrebbe ritrovato a Bergamo nel 1974-1975 come sostituto di Giulio Corsini (6 punti in 7 giornate). Un palpito d’illusione durato il tempo di un gol al Napoli nell’ultima Pasqua degli anni sessanta. Poi, con la gavetta alle spalle con Moglia e Reggiana gli toccarono solo Varese, Mantova, Parma, Perugia, Atalanta, Genoa e la squadra natìa del padre sfondando nei saliscendi il muro dei 100. Di cui 7 nella Dea di Antonio Percassi, Gaetano Scirea, Gianfranco Leoncini, Giovanni Pirola e degli altri attaccanti Sergio Pellizzaro-Emanuele Gattelli (6 a cranio). Lui, il figlio di Modena, fino all’avvicendamento in panca l’aveva messa al Varese dal dischetto in un 2-1. In seguito, Avellino due volte, Ascoli e Catania le altre vittime in 29 allacciate di stringhe, più 7 a secco in Coppa Italia. Un undicesimo posto con poca gloria.

UNA VITA DA MEDIANO. Parravicini, la cui numero 55 è un discreto oggetto di culto tanto che non sono in pochissimi a possederne e sfoggiarne una allo stadio, pur senza particolari doti tecnico e senza disporre di un fisico gladiatorio ha nel palmarès una più che onesta carriera. Iniziata e conclusa, da giocatore, proprio a Sesto San Giovanni, nel glorioso “Breda” che ospita anche la Primavera dell’Inter. Treviso, Palermo e Parma le stazioni prima di Bergamo; Siena, Livorno e Novara tra quelle successive. Approdato a Zingonia in prestito a gennaio 2009, anno secondo dell’era Gigi Delneri, a giugno fa le valigie. Tre presenze da titolare (contro Fiorentina, Genoa e Juve) su otto in un reparto affollato: Luca Cigarini, Tiberio Guarente, Diego De Ascentis e Simone Padoin quando non gli toccava la corsia. Tanti auguri.

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