62 anni per l’ex mediano di Colognola diventato scout è tornato a Palermo l’estate scorsa. L’affare legato al centrocampista ivoriano si deve a una sua intuizione
Al Centro Sportivo Bortolotti di Zingonia e dintorni ne sono sicuri: è stato Franck Kessie, nell’inverno 2014-2015 per la Primavera, l’ultimo dei colpi, a titolo di grande scoperta e contestuale plusvalenza, regalato all’Atalanta da quello sgamatissimo responsabile scouting rispondente al nome di Giuseppe Corti detto Beppe. Proprio oggi, alla vigilia di Cagliari-Atalanta, compie 62 anni colui che dal 2010 al 2016 fu il numero uno dei reclutatore di talenti in nerazzurro, dall’operazione risalita in serie A all’addio tutt’altro che consensuale nel giugno di tre anni fa. Prima di Valentino Angeloni, ora diesse del Venezia, e Davide Cangini.
VELENO SULLA CODA. Una coda piena di veleni, perché Corti, ancora sotto contratto, all’improvviso se ne tornò al Palermo provocando la reazione del presidente Antonio Percassi in sede di conferenza stampa di presentazione di Gian Piero Gasperini: “Non rispondo a domande su dipendenti dell’Atalanta che lavorano per altre società”. Ma in rosanero, prima di rientrare l’estate scorsa, resistette soltanto un mese prima di salutare in pieno luglio il vulcanico padrone Maurizio Zamparini a braccetto col direttore sportivo Rino Foschi.
FOSFORO IN CAMPO E FUORI. L’uomo di Colognola ha alle spalle un’onesta carriera a pelo d’erba. Da ex terzino nella Stezzanese a centrocampista nelle giovanili nel Milan, prima di una parabola abbastanza lunga con Udinese, Pergocrema, Monza, Genoa, Arezzo, Lazio, Parma, Fiorenzuola e San Paolo d’Argon, appendendo le scarpe al chiodo a 35 anni suonati. Come osservatore nasce proprio all’ombra della Favorita e del Monte Pellegrino: Edinson Cavani è una delle sue scoperte. Che dire? Auguri.