Il difensore nazionale albanese sta convincendo da perno arretrato: “A fermare Ronaldo è stata tutta la squadra, ma non abbiamo ancora fatto niente”
“Non sono stato io a fermare Cristiano Ronaldo in Coppa Italia, ma l’Atalanta, a cominciare dal pressing degli attaccanti che ha impedito alla Juventus di giocare palle pulite”. Nell’intervista concessa a L’Eco di Bergamo, Berat Djimsiti sceglie la strada della modestia e del profilo basso: “Non abbiamo ancora fatto niente – rimarca il difensore nazionale albanese -. Ora serve fare punti in vista dei 4 scontri diretti per l’Europa”.
DALLE STALLE ALLE STELLE. “L’autogol in campionato coi bianconeri? Un momento difficile, col pallone rimbalzato male e l’errore di posizionamento dopo due minuti. Ma dopo un attimo ho ritrovato serenità, io sono concreto. Vedi gol all’Inter, quello del 3-1: partita chiusa. Giocare nell’Atalanta è speciale: ho appena rinnovato il contratto dal 2020 al 2022”.
PROTAGONISTA A SORPRESA. “A luglio ero in Svizzera, a casa mia, quando sono stato richiamato due giorni dopo l’infortunio di Varnier – sottolinea il ’93 nativo di Zurigo -. Pensavo che sarei andato in prestito: sono a Bergamo dal gennaio 2016. Reja, Avellino con 2 punti di penalizzazione e la salvezza all’ultimo, Benevento: una buona esperienza. Poi, vista questa opportunità, ho lavorato sodo: ho aspettato la mia occasione, c’erano gerarchie precise. O vai a duemila all’ora o col mister il posto te lo sogni”.
PAVOLOSO MA NON TROPPO. “Domani sera a Cagliari c’è Pavoletti, l’attaccante più forte nel gioco aereo. Ci servono punti in vista dei 4 scontri diretti da qui a poco (Milan, Fiorentina, Torino e Samp, in alternanza casa-trasferta, dal 16 febbraio al 10 marzo con la sosta a metà, NdR) – chiude Djimsiti -. A fine marzo ci guarderemo intorno e vedremo quale potrà essere il nostro obiettivo. L’attacco sta facendo la differenza”.