L’arrivo a Bergamo tra i dubbi, i prestiti, l’anonimato, il gol all’Inter: la carriera di Berat Djimsiti, diventato titolare nella difesa di Gasperini
È il gennaio 2016, sulla panchina dell’Atalanta c’è Edy Reja. Dal campionato svizzero, insieme a Freuler, arriva Berat Djimsiti, difensore centrale classe 1993, albanese nato a Zurigo. Tre presenze da quel momento a giugno. Insomma, nulla di che.
La società decide che ha bisogno di farsi le ossa altrove, prima di tornare a Zingonia pronto per essere titolare nei nerazzurri. Decide così di mandarlo in prestito all’Avellino, dove in una situazione disastrata dal punto di vista societario scende in campo 35 volte anche con buoni risultati.
In quel momento l’Atalanta si qualifica per l’Europa League, per Djimsiti significa un altro prestito. Questa volta, però, in Serie A, al Benevento. E non importa se i giallorossi sono stati continuamente la peggior difesa del campionato, perché per la crescita del centrale albanese è stato fondamentale.
Trenta presenze prima di tornare a Bergamo, ma per diverso tempo – durante l’estate – sembrava destinato a partire. Ancora, un’altra stagione in prestito. Poi Varnier, arrivato dal Cittadella, si rompe il crociato nel ritiro di Rovetta. C’è la chance per Djimsiti, che ora può giocare da quinto difensore e mostrare le qualità.
Piano piano scala le gerarchie e diventa titolare: da novembre, quando ha segnato il suo primo gol in Serie A, contro l’Inter, ha saltato solo quattro partite, con prestazioni sempre sopra la media. Una rivincita. E ora può continuare a sognare con la sua Atalanta.