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I primi 40 anni di Pierre Regonesi

Cifra tonda per il terzino sinistro di Verdellino, che non accenna a voler smettere col pallone: è l’alfiere dell’Asperiam, fra i dilettanti per il quinto anno

Sfiorò la Juve, che a un certo punto ne deteneva la metà del cartellino, e pareva un predestinato. Con quel sinistro ciclonico, poi. Invece Pierre Giorgio Regonesi, quarantenne proprio oggi, attualmente abile e arruolato in Prima Categoria nell’Asperiam, squadra di Spirano, nella Bassa Bergamasca che gli è patria – nato a Osio Sotto, cresciuto a Verdellino, abita a Pognano -, nel palmarès ha soltanto due comparsate in serie A. L’esordio, il primo giugno ’97, nel 3-0 dell’Atalanta a Reggio Emilia in cui il doppiettista (dal dischetto) Pippo Inzaghi scrisse 24 conquistandosi il titolo di capocannoniere; dall’82’ al posto di Paolo Foglio. E contro i bianconeri al “Delle Alpi” di Torino, il 25 gennaio 1998: ko per 3-1, lui in campo dal 77′ per lo sloveno Robert Englaro.

IL GIOIELLO DEL VAVA. Se a fargli assaggiare il grande calcio fu Emiliano Mondonico, in seguito incrociato di nuovo all’AlbinoLeffe nella seconda metà del 2005-2006 giusto per salvarsi negli spareggi con l’Avellino (a segno sia all’andata che, su rigore, al ritorno) e nel 2010-2011, il mentore storico di Regonesi è Giovanni Vavassori. Col quale vinse il Torneo Dossena di Crema nel ’97 e il campionato Primavera nel ’98. E che gli regalò altre 9 presenze tra B e Coppa Italia, dopo le 17 di Bortolo Mutti nell’annata precedente, portando a 28 quelle nerazzurre in una carriera lunghissima e ancora non terminata.

TRA B E C. Nella stagione e mezza all’Empoli in cadetterìa, il sogno della big sfumato e il destino tra B e C segnato. Nei cugini della Celeste, sotto Elio Gustinetti, il gran salto fino al secondo campionato professionistico nazionale, con due conseguenze: l’abbandono del “Martinelli” di Leffe per l’”Atleti Azzurri d’Italia” e la cancellazione dallo statuto societario del servizio all’Atalanta come ragion d’essere del secondo club della Provincia. Quindi il quadriennio riminese col ritorno in riva al Serio, assistendo al trasloco del campo d’allenamento dal “Rino Gritti” di Verdello al Centro Sportivo di proprietà a Zanica. Una maglia gravida di soddisfazioni: 291 presenze e 23 palloni nel sacco, da specialista soprattutto dei calci da fermo.

DILETTANTE E PADRE D’ARTE. A seguirne le orme nel settore giovanile, il figlio-fotocopia Iacopo, classe 2004 e ora nell’Under 15 di Zingonia allenata da Andrea Di Cintio nonché negli azzurrini del ct Antonio Rocca. Nel mentre, falliti ai rigori i playoff nel 2014 sempre sotto le insegne del Gus, il papà d’arte opta per divertirsi senza sconfinare: MapelloBonate in D, quindi poker al Casazza in Promozione e adesso la nuova avventura. Tantissimi auguri a uno che avrebbe meritato ben altre ribalte: 473 match e 29 reti da pro, condite da 31 e 3 dall’under 15 all’under 20, non sono noccioline.

 

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