Duro lavoro e grande spirito di sacrificio: sono queste le caratteristiche che hanno reso Mancini un punto di riferimento per la difesa nerazzurra
Il numero 26 della rivista ‘Undici’ ha dedicato uno speciale al numero 23 dell’Atalanta, il talento italiano Gianluca Mancini. Il giovane nerazzurro ha una parola chiave che lo dipinge più di tutte: “L’aggressività”. E sono proprio i suoi ventidue anni, le lezioni prese da mister Gasperini – che scova spesso talenti dal vivaio – e la sue ferocia applicazione a farne un punto di riferimento della squadra orobica. “Le altre due caratteristiche con cui mi descrivo come calciatore sono la forza nei duelli aerei e l’abilità con il pallone tra i piedi”.
LE CARATTERISTICHE DI MANCINI. “La mia ricetta è semplice: andare avanti, sempre. Con serenità e rimanendo se stessi, allenandosi bene e senza pensare ‘ce la faccio o non ce la faccio’. Le cose poi accadono di conseguenza. Il mister chiede a noi difensori di andare sempre in avanti, di essere aggressivi, di spingere e creare la superiorità numerica in fase offensiva: poche squadre lo fanno in Italia, forse nessuna”.
GASP UNICO. “Avere Gasperini come primo allenatore in A è un’occasione unica. E’ il miglior modo per diventare un grande calciatore. La notorietà non mi influenza perché può arrivare, ma anche scomparire da un momento all’altro. Bastano due partite fatte male perché non ti guardi più nessuno. L’interesse di altre società non mi condiziona anche perché, di questi tempi, quando un giovane inizia a giocare bene escono troppi articoli, troppe attenzioni che non sono sempre meritate”.
MIGLIORIE FUTURE. “Il segreto è mparare velocemente quanto chiede l’allenatore, altrimenti si diventa inutili, e assorbendo segreti dai compagni più esperti, come Papu Gomez, Ilicic, Masiello e Tolo. Devo migliorarmi nella gestione della pressione, nell’approccio alla partita, nella concentrazione”.