La creatura di Gasperini ha travolto il Parma con un crescendo rossiniano intuibile leggendo le statistiche. E sullo scacchiere il modulo nerazzurro risulta sempre all’avanguardia
65 per cento a 35 nel possesso palla, 10 occasioni da gol a 4, 18 a 6 nei tiri e 425 passaggi riusciti contro i 211 del Parma. L’Eco di Bergamo sceglie i numeri per significare la netta superiorità dell’Atalanta nel decimo turno di campionato alla ripresa delle ostilità dopo l’ultima pausa per le nazionali.
MODULO, IL PUNTO FISSO. Tre punti conquistati sul campo al “Tardino”, un punto fisso sulla lavagnetta di Gian Piero Gasperini. L’allenatore nerazzurro non ha mai effettuato un solo cambio di modulo, affidandosi da cima a fondo al collaudato 3-4-1-2. Con Mario Pasalic prudente e Papu Gomez “retrocesso” dalla prima linea solo con l’ingresso di Josip Ilicic al 10′ della ripresa per il nazionale croato.
HATEBOER CENTRALE. Non è la prima assoluta, ma con la staffetta al 19′ del secondo tempo tra Andrea Masiello e Arkadiusz Reca il Gasp ha fatto scalare a centrale di destra Hans Hateboer. Risultato: Timothy Castagne spostato a destra e lontano dalle cure di uno Juraj Kucka che l’aveva messo un po’ alle strette.
PARMA A PULLMAN. Roberto D’Aversa, per i ducali, impone il cambio di rotta con Gazzola per il dolorante apripista Gervinho passando dal 4-3-3 iniziale (chiuso nel 4-5-1 in fase di non possesso) al 5-3-2. Si era ancora sull’1 pari, il primo dei due gol di Duvan Zapata ha mandato all’aria i piani dei locali. Inutile l’uscita dell’ex Ceravolo per Schiappacasse.