L’avvocato dell’ex giocatore dell’Atalanta, Federico Pedersoli pronto a ricorrere in appello: “La sentenza si fonda su un atto inutilizzabile”
Cristiano Del Grosso, ex terzino dell’Atalanta, è stato condannato a una pena di 13 mesi e 4.500 euro di multa per guida in stato di ebbrezza dopo l’incidente avvenuto il 14 dicembre 2015 in cui il giocatore andò a finire, all’alba, contro un albero in via Giulio Cesare. Nell’impatto, Del Grosso, che all’epoca dei fatti era stato ceduto in prestito al Bari, subì diverse fratture che lo costrinsero a uno stop dell’attività per diversi mesi.
Dopo le analisi del caso, al calciatore, che oggi milita nel Pescara, fu trovato un tasso alcolemico di 1,5 grammi per litro litro, tre volte superiore al limite previsto per legge. Il suo avvocato, Federico Pedersoli, però, è pronto a ricorrere in appello: “La sentenza si fonda su un atto inutilizzabile, la richiesta di prelievo ematico fatta dalla Pg, un atto irripetibile, prima che Del Grosso arrivasse in ospedale – ha detto a L’Eco di Bergamo -. Quando entra al Papa Giovanni il giocatore è vigile, lo dichiara lui stesso a processo, ma non gli viene notificata la facoltà di rifiutare di sottoporsi al test e di nominare un legale di fiducia. Avevamo eccepito la nullità e poi chiesto l’assoluzione. C’è una giurisprudenza solida, sia di merito, sia di Cassazione“.
Pota li o presi anch’io però lo dicono loro che sei in stato di ebbrezza a me mancava ancora una settimana