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Candeline per Polito e Bassi, due numeri 12 a Bergamo

40 anni per il primo, 34 per il secondo: poca fortuna in nerazzurro, ma non erano certo stati assoldati per stupire tra i pali

Il primo, più che per le sue 7 presenze in due stagioni e mezzo (da settembre 2011 a gennaio 2014), è più noto per il rigore parato in maglia Catania, da avversario, a Cristiano Doni il 22 marzo 2008, quando la panchina era di Gigi Delneri. Il secondo, invece, per le due da titolare con lo stesso score contro: 3-1 a Udine nel quarto turno di Coppa Italia il 2 dicembre 2015 e poi dal Napoli in casa il 20 dello stesso mese. Compiono gli anni oggi anche Ciro Polito (40) e Davide Bassi (34). Il napoletano da direttore sportivo della Juve Stabia a decorrere dal ritiro nel 2016, il sarzanese da secondo di Eugenio Lamanna allo Spezia. All’Atalanta, pochi ricordi, da riserve rispettivamente di Andrea Consigli (e sulle prime anche di Giorgio Frezzolini) e del duo Marco Sportiello-Etrit Berisha poi, i due uomini coi guanti non possono certo dire di aver recitato la parte dei protagonisti.

DALL’ARENACCIA CON FURORE. Polito, svincolato per il fallimento della Salernitana all’arrivo a Bergamo il 23 settembre 2011, è un prodotto della scuola granata. Ma prima ancora del quartiere napoletano dell’Arenaccia, teatro della sua scuola calcio. Rimini, Lucchese, Mantova, Avellino, Pistoiese, Acireale, Catania e Grosseto le altre stazioni pre nerazzurro; Sassuolo (dal 31 gennaio 2014, di nuovo come vice di Consigli) e le Vespe stabiesi l’ultimo paio. Il 15 gennaio 2014 il saluto alla Dea da titolare nel ko per 3-1 a Napoli negli ottavi del trofeo della coccarda, torneo che l’aveva visto tra i legni allo start anche nel 3-1 casalingo al Cesena del 28 novembre 2012, storico più per la doppietta del misterioso Facundo Parra (la Zanzara De Luca l’altro marcatore) che per il passaggio del turno. Pescato nel mercato dei free agent da Pierpaolo Marino, 5 chance in campionato dal tecnico Stefano Colantuono: contro Lecce, Cagliari, Inter (4-3 con tripletta di German Denis, 7 aprile 2013) e Chievo.

BASSI E ALTI. Il buon Davide dalla voce da baritono, invece, a grandi livelli ha avuto più Bassi che alti, ma senza mai lamentarsene. Ordinaria amministrazione, per uno venuto dalla gavetta. Ovvero scuola calcio di Spezia e Canaletto Sepor più giovanili nella triade Arsenalspezia-Canaletto-Fo.ce. Vara prima del grande salto già da ragazzino: quindicenne nelle minors del Genoa, dall’anno dopo all’Empoli che da “grande” sarà suo dal 2006 al 2010 e infine dal 2012 al 2015. In mezzo, Massese, Torino e Sassuolo. Dopo l’Atalanta, Parma e appunto Spezia, un amore rinato dai ricordi d’infanzia. E sotto le Mura Venete, approdato quando a comandare c’era Edy Reja, con Gian Piero Gasperini – rescissione anticipata di cinque mesi nel gennaio 2017 – non vede il campo se non in qualche amichevole più o meno officiale (in ritiro). E dire che era stato pure aggregato alla Nazionale Olimpica nel Torneo di Tolone del 2008, giocandoci tre partite su cinque. Altri tempi. Tanti auguri.

 

 

 

 

 

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5 anni fa

non dovrebbe esistere neanche adesso se non fosse per un poi’ di esterofilia

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