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Auguri a Memo, il portiere che giocò con Delneri

Numero 1 di due stagioni infelici di B, culminate con la clamorosa e inedita retrocessione in C1, l’estremo difensore veneziano fu compagno nel Foggia del futuro tecnico

Dice 69 all’anagrafe proprio oggi e ai tifosi più giovani il suo nome dirà poco o niente, ma Maurizio Memo a suo modo nella storia dell’Atalanta c’è entrato eccome. Due stagioni cadette, sotto Titta Rota prima e gli staffettisti Bruno Bolchi-Giulio Corsini poi, culminate con la retrocessione nell’inferno della serie C1. La prima e l’unica, per i colori nerazzurri. E l’uomo di Burano, nella laguna settentrionale di Venezia, evidentemente aveva la Dea nel destino, avendo precedentemente giocato nel Foggia in cui il regista era un tale Gigi Delneri, futuro tecnico da calcio champagne proprio a Bergamo.

ACHILLE E CESARE. Arrivato da Bologna nell’estate del 1979, Memo nella stagione numero uno dovette guardarsi le spalle dall’ex juventino Giancarlo Alessandrelli e nell’unica altra da Maurizio Rossi. A livello societario, tra i due start di campionato, il passaggio di mano tra altrettanti mitici presidenti: Achille Bortolotti e il figlio Cesare. 24 e 35 presenze in B più 2 e 4 di Coppa Italia per il veneziano.

BERGAMO IN C. Il biennio bergamasco non è fortunato per nessuno, con Pierluigi Pizzaballa e Luciano Bodini rispettivamente ritirato e acquistato dalla Juventus. Augusto Scala, Ezio Bertuzzo e Carlo De Bernardi a cucinare la manovra e mettere i gol sul fuoco, Giovanni Vavassori e Amedeo Baldissone a evitare di prenderne. Memo, l’8 febbraio 1981, salva il bottino corsaro arraffato da Roberto Filippi parando il rigore a Picano, ma non serve neppure l’avvicendamento in panchina avvenuto tre settimane prima. Il numero 1 concluderà la parabola ai piani inferiori con Vicenza, Treviso, Spal e Clodia Sottomarina (Interregionale, 1987). Preparatore di ruolo per lunghi anni, l’ultima notizia all’ombra del plexiglass lo vede vice mister alla Sambonifacese nel 2008-2009 dopo esserlo stato nella Marca (1991-1992).

SATANELLO DI LAGUNA. In Daunia, a far compagnia ai futuri atalantini Carmine Gentile, il citato Baffo di Aquileia, Angelo Domenghini e un altro che avrebbe vestito la stessa maglia, ovvero il pari ruolo Mirco Benevelli, oltre al bergamasco Sandro Salvioni, ci arriva nel 1975 per un triennio dopo San Donà (1966-68) e Padova (fino al ’74) tra D e C, Reggiana (anche lì Alessandrelli a coprirgli le spalle) in B. Quindi il giro di corsa finale nella massima serie, sulla via Emilia, lo diventa nell’estate del 1975 fino al 1978, con la cessione al Bologna per l’ultima annata nella massima serie dove il bresciano Giuseppe Zinetti gli soffia il posto. Tanti auguri.

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