Tecnico da un biennio della Berretti dell’AlbinoLeffe, la sua rampa di lancio da difensore dinamico e applicato, e atalantino per una stagione: l’ultima
Curiosamente spegne le candeline, oggi a quota 42, nella classica settimana da doppio ex, col Grifone alle porte atteso al Mapei Stadium dalla “sua” Atalanta, squadra tifata da sempre e invece ultima spiaggia di una carriera onoratissima. Ma Giuseppe Biava detto Beppe, da due stagioni tecnico della Berretti dell’AlbinoLeffe, sua rampa di lancio da difensore, per una stagione e mezza (2008-gennaio 2010) era stato anche l’uomo di fiducia di Gian Piero Gasperini nel pacchetto arretrato (Matteo Ferrari, Salvatore Bocchetti, Mimmo Criscito largo a sinistra) del primissimo Genoa da Europa League, quello eliminato all’ultimo tuffo del girone dal Valencia.
DA CENATE CON FURORE. La prima tappa da calciatore di Biava, nato a Seriate perché lì c’è l’ospedale ma cenatese d.o.c. di Cenate Sotto, in realtà si chiama Albinese. Dal ’95 al ’98, con promozione in C2 annessa sotto mister Marco Falsettini, prima della fusione col Leffe e altre due storiche promozioni (in C1, nel ’99, con Oscar Piantoni) fino alla serie B (Elio Gustinetti) nella primavera del 2003 dopo aver vinto la Coppa Italia di C nel 2002 dopo la parentesi di Biella. Quindi il Palermo, dove nel 2004 fa il salto in massima serie e viene raggiunto in rosa da Cristian Raimondi, suo compagno in bluceleste e adesso nello staff del Gasp. In rosanero, allenato anche da Gigi Delneri e Stefano Colantuono, gioca con Caracciolo, Corini, Cavani e col quintetto di mondialisti di Germania Toni-Barzagli-Zaccardo-Grosso-Barone.
GENOANO E LAZIALE. Ceduto nella Genova rossoblù, dove giocavano anche Thiago Motta e Diego Milito, riscopre l’Europa, già assaggiata due volte in Uefa all’ombra del Monte Pellegrino, ma nella sessione invernale del 2010 finisce alla Lazio per altri tre giretti pieni su quattro in EL sulle ali di un roster con Candreva, Mauri e Klose, con Ballardini, Petkovic (Coppa Italia 2013) ed Edy Reja, ritrovato a Bergamo (da subentrato al Cola) come Scaloni e Stendardo, a dirigere dalla panchina.
IL DIFENSORE CHE LA METTEVA. 180 centimetri di marcatore asciutto e veloce, pericoloso soprattutto da palla inattiva, Biava a fine carriera conta 23 palloni in porta in 585 match. A Bergamo, 2014-2015, ricongiuntosi con Giulio Migliaccio e CR77 rinverdendo i tempi insieme in Sicilia, ben 2, al Cagliari (2-1) e proprio all’Aquila biancoceleste (1-1), in 21 presenze di cui 15 su 18 in campionato da titolare più 3 nel trofeo della coccarda. Un’annata da quart’ultimo posto a 37 punti, roba da brividi a ripensarci ora che si rischia di soffrire di vertigini. Tanti auguri.