Voti alti per Palomino e de Roon, mentre gli uomini di qualità deludono in un match che l’Atalanta ha giocato forse con un po’ di “braccino”
L’Atalanta torna a Bergamo con la sensazione di averci provato, ma non fino in fondo. Quella vista ieri all’Olimpico di Roma contro la Lazio (al netto degli episodi arbitrali che hanno condizionato la gara) non è stata la “solita Atalanta”. Qualche spunto c’è stato, ma l’intensità e l’agonismo non sono state quelle delle giornate migliori.
Lo si percepiva in campo, ma anche dai giudizi “del giorno dopo” rimane questa sensazione. Confrontando i voti della stampa locale e nazionale emergono poche le sufficienze gravi (sul banco degli imputati c’è soprattutto Berat Djimsiti), ma anche tanti voti appena sotto la sufficienza che indicano come il match di ieri, forse, sia stato giocato con un po’ di “braccino”, per mutuare il gergo tennistico, visto che in quesi giorni a Roma si stanno disputando anche gli Internazionali d’Italia.
In una notte in cui si doveva riscrivere la storia, i migliori sono stati due combattenti come José Palomino e Marten de Roon, mentre gli attaccanti e più in generale gli uomini di qualità hanno preso voti bassi. Tutto questo dovrà pur significare qualcosa…