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Zambataro, chi si rivede. E si legge: “Esterno cercasi”

L’etiope cresciuto nelle giovanili, di ritorno dal prestito al Padova, aggregato a Getafe da esubero. Ennesimo segnale del Gasp alla società

Nessuno si aspettava di rivederlo in maglia Atalanta. Nemmeno in tribuna, forse casomai a lavorare a Zingonia come gli altri esuberi ancora da piazzare, reduci da parcheggi altrove conclusi dal mesto quanto provvisorio ritorno alla base. Eppure, nell’infausta serata del sabato spagnolo a Getafe, poker sporco sul gobbone e tutti a casa, il 98 in panchina sulla schiena e sui calzoncini da gioco di Eyob Zambataro è assomigliato a un sorriso di felicità e compiacimento. Nonostante cambio fosse e cambio è rimasto: Gian Piero Gasperini l’ha portato come quarto esterno, come toppa al buco dell’infortunato Timothy Castagne.

L’AGGREGATO. Due stagioni in prestito a Padova, con promozione e serie B durata il palpito di un’illusione, senza mai poter recitare il ruolo del protagonista. L’etiope adottato (2007) da un’amorevole famiglia di Monza, primi calci nell’oratorio Sacro Cuore al Triante e nel San Fruttuoso, nerazzurro dagli 11 anni in su, laterale ambidestro e bi-fascia, spegnerà comunque 21 candeline il prossimo 18 agosto senza poter restare a far parte della causa targata Champions. 11 comparsate in B, più 1 in Coppa Italia, e l’annata addietro 8 in C, più 2 nella coppa e altrettante nella supercoppa di categoria (vinta), non depongono del resto a suo favore.

SCENE DA UN ESTERNO. Partito due estati fa nel pacco regalo col portiere Davide Merelli, Zambataro, che ha un fratello portiere (Akililu, prestito scaduto all’Inveruno) classe 2000, non può certo farsi forte delle 58 partite (più 3 gol, più 1 assist) nella Primavera del ripudiato Valter Bonacina, che l’aveva trasformato da mezzala o centrocampista in terzino o pendolino. L’Asamoah de noantri, insomma. Il suo destino non è sperare, ma aspettare di averne uno altrove, come i vari Turrin, Asmah, Seck, Pugliese, Carminati, La Vigna, Badjie, Chiossi, Fazzi e Lunetta che lavorano al Centro Bortolotti in attesa di una seconda chance da professionisti.

L’ESTERNO CHE SERVE. La chiamata inattesa di Eyob per la trasferta al sapore d’Europa ha un significato lo stesso, che esula ovviamente dalla vicenda personale. Il Gasp vuole il laterale, l’esterno, il terzino d’ala, chiamatelo come volete. Il quarto, perché Castagne e Hans Hateboer più Robin Gosens non bastano, perché Arek Reca viaggia veloce verso un’esperienza in A lontano da Bergamo per farsi le ossa a sua volta. Non si sa se la risposta alla domanda del mister sia il franco-senegalese Youssouf Sabaly, ’93 del Bordeaux che costicchia, 9 milioni almeno, trattabili ma non troppo. Di sicuro non è Mohamed Fares, che s’è rotto (la Spal vuole il polacco anche per questo), né Luca Pellegrini, neo juventino che resterà a Cagliari. Si sa solo che il benedetto esterno serve come il pane. Altrimenti uno Zambataro, con tutto il rispetto, non lo chiami nemmeno per un’amichevole.

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