Altro che guai fisici: è stata la volontà della moglie di Martin Skrtel, la causa del divorzio tra il difensore e l’Atalanta. Ma non è l’unico caso
Barbora Skrtelova, o se preferti lady Skrtel, è solo l’ultima compagna di un giocatore che ha avuto un peso determinante nelle scelte professionali del marito. La notizia della firma del difensore con l’İstanbul Başakşehir, a poche ora dalla rescissione con l’Atalanta, fa crollare la teoria dei presunti problemi fisici dell’ex Liverpool o delle difficoltà di adattamento di Martin agli schemi di mister Gasperini. La realtà è che la signora Skrtel in Italia non voleva venirci, così come emerso nei primi giorni di trattativa, e alla fine l’ha avuta vinta.
Ma il caso è pieno di storie in cui personale e professionale vanno a sommarsi (e spesso a interferire). Lady Zidane fu decisiva nella trattativa per il trasferimento di Zizou dalla Juventus al Real Madrid: stanca della grigia Torino, la signora spinse non poco per il passaggio in Spagna dove, per altro, il talento francese ha vinto tutto sia come allenatore sia come giocatore. Al contrario, la Spice Girl Victoria fece i salti di gioia quando David Beckham venne accostato al Milan: la coppia più glamour del mondo nella città della moda, un connubio perfetto anche se durato poco. Decisamente più riservata era Georgette, moglie di Samuel Eto’o: diede l’ok per il trasferimento all’Inter, ma per non avere problemi divinato decide prendere in affitto un intero piano di un noto hotel di lusso. E che dire dell’offerta di Aurelio De Laurentiis, che in passato offrì un ruolo in un film a Wanda Nara per convincere Mauro Icardi a vestire la maglia del Napoli?
Restando in Italia, due casi recenti riguardano la Fiorentina. Per stessa ammissione del presidente Rocco Commisso, sono state Wahiba Belhami e Melissa Satta, rispettivamente moglie di Franck Ribery e Kevin Prince Boateng, a spingere i mariti a scegliere la maglia viola: “Per Ribery, come per Boateng, è stata decisiva la moglie. Ho pranzato sia con lei che con Melissa Satta – ha detto a La Gazzetta dello Sport -. E anche io sono qui grazie a mia moglie Caterina. Mentre valutavo le varie opzioni mi ha detto: ‘Scegli almeno una bella città’. Meglio di Firenze era impossibile“.
chi si fa condizionare dalle consorti professionalmente è un minchione, bene che non sia venuto questo scarto
io nella vita ho fatto scelte lavorative tenendo conto delle esigenze di moglie e figli, e non per questo mi sento un minchione, anzi! Detto ciò, Skrtl e famiglia potevano gestire meglio tempi e modi dell’addio.