L’avvocato Di Cinto spiega il ruolo di una figura per certi versi sconosciuta: “Hanno maggiori competenze grazie a un corso professionale obbligatorio”

Li vediamo in tutti gli stadi italiani con le loro pettorine gialle e grosso modo sappiamo che sono predisposti a tenere l’ordine durante le manifestazioni sportive. Ma in realtà chi sono e cosa fanno gli steward? La loro figura, nel corso degli anni, è molto cambiata, assumendo un ruolo sempre più di responsabilità.

A raccontarlo è l’avvocato Cesare Di Cinto: “Gli steward italiani sempre più vicini all’esempio dei colleghi inglesi: maggiori competenze grazie a un corso professionale obbligatorio, maggiore affidabilità per contrastare gli episodi di violenza negli stadi. Sono assistenti di stadio a cui è affidato il controllo dei titoli di accesso agli impianti sportivi, l’accoglienza degli spettatori e la verifica del rispetto del regolamento d’uso degli impianti stessi. Inoltre, a partire dal 2007, affiancano anche l’attività di polizia. Nel 2003 il Decreto Pisanu aveva stabilito le prime linee guida, nel 2010 è stata data la possibilità per le società organizzatrici degli eventi sportivi di avvalersi, oltre che degli istituti di sicurezza privati appositamente autorizzati, anche delle agenzie di somministrazione di lavoro e di altre società appaltatrici di servizi. Nel 2011, poi, i compiti degli steward sono stati ampliati affidando loro ulteriori servizi definiti ausiliari dell’attività di polizia“.

“Per lo svolgimento dei servizi di steward le società sportive organizzatrici, gli istituti di sicurezza privata autorizzati, le agenzie di somministrazione e le altre società appaltatrici dei servizi possono ricorrere a tutte le forme di lavoro subordinato, compreso il lavoro intermittente, e a prestazioni di lavoro occasionale – ha detto a Tuttosport -. Inoltre, gli steward devono rispettare specifici requisiti, in mancanza dei quali il prefetto della provincia dove risiede il club interessato, potrà emettere sanzioni amministrative”.