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Candeline nerazzurre per Andena, cinque stagioni a Bergamo

Compie 72 anni il difensore milanese che i nerazzurri prelevarono dal Varese, cinque stagioni di cui solo le ultime due nella massima serie

Appartiene a un’epoca mitica ma fatalmente lontana per i tifosi dell’Atalanta d’oggigiorno, tutti proiettati al sogno europeo tornato realtà. Quella dell’altalena faticosa tra il piano di sopra e il piano di sotto del calcio nazionale, degli spareggi per tornare in A del Settantasette con Titta Rota allenatore, del presidente Achille Bortolotti scopritore di talenti da plusvalenza che però mica gli consentivano di allestire chissà quale squadrone. Gabriele Andena, milanese del ’47, assoldato nell’estate del ’74 e ritiratosi nel ’79, compie oggi 72 anni con la soddisfazione a posteriori di essersi scambiato marcature e numero di maglia, dal 5 al 2, nel primo triennio nerazzurro propedeutico al rientro sui palcoscenici che contano, col futuro numero uno societario Antonio Percassi.

DA HERIBERTO A ROTA. Cresciuto nella Gallaratese, in D dal ’66 al ’68, il trampolino di lancio della carriera del difensore meneghino è il Varese, con cui esordisce nella massima serie contro il Milan il 4 maggio 1969 collezionandoci poi altre 16 presenze a macchia di leopardo sulle 96 totali in biancorosso. A Bergamo, subito il ruolo di stopper, ovvero colui che marcava il centravanti, sotto Heriberto Herrera e poi Angelo Piccioli, mentre nel successivo torneo cadetto Giancarlo Cadè (sostituito nelle ultime tre giornate dall’ex terzino-mediano Gianfranco Leoncini) opta per lo scambio predetto. Dal ’76, con Rota in panchina, la scalata al primo campionato nazionale da eroe.

MISTER CENTOSESSANTASEI. Tante sono le partite disputate da Andena, che dal ’69 al ’71 in terra insubre era stato allenato da Nils Liedholm,con la maglia della Dea, di cui 19 in Coppa Italia. Condite da un solo pallone infilato nel sacco, nel 4-1 al Novara del 24 aprile 1977: autorete di Cavallari (11′), lui (55′), un doppio Ezio-gol Bertuzzo (80′ e 83′) e Guidetti (87′) per gli ospiti. Solo 7 i gettoni al secondo anno di A, contro i 26 del precedente, anche perché a una pattuglia già nutrita e rimpinzata dal ritorno da Napoli di Giovanni Vavassori, da Gianpietro Marchetti, da Giovanni Mei (stopper anch’egli) e dal giovane jolly Cesare Prandelli s’era unito anche il ventenne Carlo Osti. Tanti auguri.

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