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Candeline per Guidolin, il mancato profeta del Percassi atto I

64 anni compiuti da commentatore televisivo, il tecnico di Castelfranco sotto le Mura provò a fare il rivoluzionario: 12 match, metà dei punti

Arrivato all’Atalanta in sostituzione di Marcello Lippi, partito all’epoca per il Golfo come trampolino di lancio dei successi juventini e azzurri, Francesco Guidolin fece in tempo a spegnere 38 candeline per poi salutare e ricominciare da capo. Oggi l’anagrafe dice 64 dietro il microfono da commentatore tv. Troppo rivoluzionario, all’epoca. E dire che in seguito, da profeta del 3-5-2 0 5-3-2, sarebbe passato per difensivista.

CINQUINA SPORCA, CHE ILLUSIONE. L’uomo di Castelfranco Veneto si presenta benissimo il 29 agosto 1993, sotto la Maresana: cinquina a due sul Cagliari (Gigi Radice cacciato e rimpiazzato dall’ex Bruno Giorgi). Due volte Ganz, Rambaudi e come apripista Scapolo, allievo di Guidolin a Ravenna. In rosa, il campione d’Europa marsigliese Franck Sauzée, Paolo Montero, Alemao, Oscar Magoni e tanti altri. Illusione: l’unica altra vittoria è il 2-1 alla Reggiana mercoledì 8 settembre, in campionato 2 pari e 6 ko, buon ultimo il 5-1 sulla gobba a Lecce il 31 ottobre (mese della qualificazione al terzo turno di Coppa Italia ai danni del Cosenza).

L’ESONERO, BERGAMO IN B, PERCASSI KO. Antonio Percassi quel 31 ottobre, quattordicesima posizione in classifica, solleva uno dei prediletti di Arrigo Sacchi dall’incarico ficcandoci Andrea Valdinoci (patentino) e Cesare Prandelli, dalla Primavera (scudetto e Viareggio) con furore. 15 punti aggiuntivi e penultimo posto, mentre sulla tolda di comando Ivan Ruggeri sostituisce proprio l’uomo di Clusone il 26 febbraio 1994.

IL MIRACOLO VICENZA. Lo shock del licenziamento funge in realtà da volano per una carriera dai grandi meriti. In primis, il Vicenza riportato in A nel 1995 dopo 16 anni di assenza con la storica Coppa Italia vinta nel 1997 e la semifinale di Coppa delle Coppe persa col Chelsea l’anno successivo.

CARRIERA IN CRESCENDO. Udine e Palermo conquista più volte la qualificazione alla Uefa. Per due primavere di fila, 2011-2012 (anno della vittoria della panchina d’oro), nel ritorno in Friuli fa l’upgrade ai preliminari di Champions League, ma i ko contro Arsenal e Sporting Braga provocano l’abbassamento del ranking italiano. Giorgione, Treviso, Fano, Empoli, Bologna, Monaco, Parma e Swansea le altre stazioni sotto l’arco di plexiglass, mentre in campo, da centrocampista esterno o regista, aveva fatto le alterne fortune sempre della squadra della cittadina natale, del Verona, della Sambenedettese, della Pistoiese, del Bologna e del Venezia. Scarpe appese al chiodo nel 1986 e via alla rumba, che due anni fa sembra essere giunta ai titoli di coda. Mai dire mai. E tanti auguri.

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