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Auguri a Eugenio Perico, 4 scudetti a Zingonia

Il mediano-difensore di Curno, bandiera ad Ascoli, contribuì comunque alla risalita dalla C dei nerazzurri. Vincendo poi da mister dei Giovanissimi

Auguri ben meritati. A illustrare la carriera nel mondo del pallone di Eugenio Perico, il festeggiato dell’Atalanta di oggi coi suoi 68 anni, potrebbero bastare i ben 4 scudetti da allenatore in sella ai Giovanissimi Nazionali di Zingonia: 2002, 2004, 2005 e 2008. Non poco, avendo fatto la levatrice di talenti nel settore giovanile dal 1998 al 2011, quando chiuse con un’annata alla Berretti. Ma per il mediano o difensore di Curno, sul campo, anche la risalita della prima squadra dalla C1 nelle prime delle sette stagioni di militanza, dal 1981 al 1987.

PERICO, PROTAGONISTA DELLA STORIA. Un rientro alla base, per un prodotto del vivaio diventato bandiera dell’Ascoli giocandovi ben otto anni (con altri atalantini come Grassi, Castoldi, Salvori, Adelio Moro e Pircher; 236 gettoni, record del Picchio tra A e B, con 7 reti) dopo gli esordi da professionista con Spezia e Cremonese. Nella Primavera del 1984 il ritorno in A dei nerazzurri, con Nedo Sonetti in panchina, succeduto a Ottavio Bianchi, in compagnia dei vari Magrin, Donadoni, Magnocavallo, Agostinelli, i due Moro e Pacione.

PERICO, TESTIMONE DELLA STORIA. Solo 2 i palloni in porta di Perico in 173 presenze nerazzurre (148 nei campionati), ma sono di quelli che fanno la storia. Il primo, il 2 settembre 1984 alla Juventus in Coppa Italia: a Bergamo (girone G) segnano Boniek (26′), il numero 4 di casa che nelle Marche faceva il terzino (28′), Mimmo Gentile (38′) e Briaschi (78′). Il secondo e ultimo, il 12 maggio 1985, sotto la Curva Sud, correggendo di testa a volo d’angelo il cross da mancina di Donadoni, da testimone dello scudetto dell’Hellas Verona che nella ripresa pareggiò con Elkjaer. Bravino anche il figlio Gabriele, classe ’84, terzino destro senza la soddisfazione di esordire in prima squadra. Tanti auguri.

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4 anni fa

Augurissimi mister

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