
61 anni compiuti proprio oggi, all’indomani della rocambolesca e pirotecnica sfida in casa della Lazio, per il vice allenatore atalantino. Uno che in nerazzurro, quando subentra al Gasp, non perde (quasi) mai
Una persona umanissima e dalle grande ironia. Capace di dire che, quando tocca a lui, il suo capo gli dà ordini col piccione viaggiatore. Tullio Gritti compie 61 anni da fidatissimo vice di Gian Piero Gasperini e da quando è nello staff tecnico dell’Atalanta considerarlo qualcosa di diverso da un portafortuna è poco meno che un delitto. Sarà che su tredici volte in nerazzurro da sostituto dall’inizio, per squalifica, o subentrato in corso d’opera per allontanamento del suo mentore, ne ha pareggiate quattro perdendone due sole. Con la Lazio a Roma il 15 gennaio 2017 e col Napoli in casa, da responsabile in panchina dal kick off, il 21 gennaio dell’anno scorso. Un professionista ad altissima fedeltà che nel 1986-1987, tuttora fiero che con la sua cessione il Caravaggio si fosse potuto costruire l’attuale stadio, non aveva evitato di killerare i suoi futuri colori in maglia Brescia. Dal 2004, in avanti, dopo aver fatto il secondo alla Triestina e il Torino all’inizio del ventunesimo secolo, la causa del Gasp è stata anche la sua, anche con Genoa e Palermo.
GRITTI IL COMBATTENTE. Tra dicembre 2017 e giugno 2018, due partite contro un male infido, inizialmente manifestatosi come cisti inguinale, vinte in sala operatoria. Gritti, milanese dell’Ortica, quartiere operaio ma con una forte vena artistica che assomiglia sempre a un paesetto addossato alla ferrovia, trascorsi giovanili da portiere, non poteva non aggiungere un paio ai poco meno di duecento gol di una carriera da attaccante provetto. Gavetta e scalata all’Olimpo: Caravaggio, Ivrea, Derthona, Arezzo, Brescia, Torino, Brescia di nuovo, Verona – tra la A di Osvaldo Bagnoli e la B di Eugenio Fascetti dal 1989 al 1991 – e Mantova. In riva all’Adige, una nutrita compagnia di ex atalantini: Luciano Bodini, Marino Magrin, Robert Prytz, Pierino Fanna e Andrea Icardi. Nel palmarès, anche un castigo alla Dea, al “Rigamonti”, il 12 aprile ’87. Tanti auguri di un felice compleanno, campione.
