
Finalmente l’Atalanta torna a segnare in campionato su calcio di punizione: non succedeva dal 10 aprile 2016. In Europa, invece, dal settembre 2017. Ma era di seconda
3 anni e mezzo di attesa, e nemmeno stavolta sono arrivati i 3 punti. Anche se in città diverse, l’ex capitale del Regno e l’attuale della Repubblica, lo stadio è sempre l’Olimpico. Scherzi del destino dipanati fra due date: 10 aprile 2016, 19 ottobre 2019. Da Torino sponda granata a Roma sponda biancoceleste. Da Luca Cigarini a Luis Muriel, il discorso interrotto dell’Atalanta coi gol in campionato su calcio di punizione è ripreso ufficialmente in un soleggiato pomeriggio capitolino alla ripresa delle ostilità dopo la seconda pausa per le Nazionali. Una specialità che mancava, in casa nerazzurra. E che s’è fatta sospirare.
IL 10 APRILE DI CIGARINI. Il Ciga, o il Professore, nickname affibbiatogli da Cesare Prandelli quando allenava il Parma e il regista reggiano era ancora nelle giovanili, all’epoca allo stadio Olimpico dell’ex capitale subalpina la riaprì a otto dal novantesimo gabbando Daniele Padelli sul suo palo. Troppo tardi: Bruno Peres (35′) e Maxi Lopez in avvio di ripresa l’avevano già praticamente chiusa. L’ultimo allenatore dei bergamaschi ad avere l’onore di una rete da calcio franco, prima dell’ottava giornata della corrente regular season, era dunque Edoardo Reja.
LA PARENTESI PAPU. In realtà , in gare ufficiali, o per meglio dire con la posta in palio in una competizione che conta, il digiuno atalantino nella specialità sarebbe un pochino più corto. Vedi il radente del Papu Gomez, curiosamente anche lui decentrato a sinistra come il Ronaldito e tre anni e mezzo fa Cigarini, il 28 settembre 2017 in Europa League a Lione. Ma lì, a voler essere pignoli, fu di seconda, con tocco di ritorno di Remo Freuler, per fare 1-1 rispondendo al vantaggio a fine primo tempo di Bertrand Traore.
MURIEL, RIECCO LA PUNIZIONE. Se anche Anthony Lopes, nell’occasione, si fece fregare sul legno di competenza, discorso diverso invece per il guardiano laziale Thomas Strakosha, l’albanese nato in Grecia che difende la porta dell’Aquila capitolina e contende all’ex atalantino Etrit Berisha quella della Nazionale delle Aquile. Incapace comunque di occhio e riflessi anche solo da falco sulla realizzazione molto sui generis di Muriel: un rimbalzo e un velo (di Andrea Masiello) di troppo, ed ecco il secondo palo ad assistere imbelle al bis personale del colombiano.
