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Atalanta e Manchester City: per le statistiche non c’è partita

Troppo differente il rendimento in Champions League, anche se i rispettivi campionati raccontano una verità un po’ diversa. Il City quando attacca non sbaglia un colpo

Quando le statistiche raccontano la vertità. 10 palloni in porta (8 di destro, 2 di sinistro, 1 rigore) contro 2 (1 di testa e il penalty di sinistro nella sfida d’andata), 1 gol subìto contro 11 dell’outsider nei sogni ma cenerentola effettiva nel girone C di Champions League. Certo, la tenuta delle rispettive difese non racconta in modo esaustivo le differenze profonde tra il Manchester City padrone del raggruppamento e l’Atalanta che mercoledì 6 novembre a San Siro tenterà di fermarlo quantomeno per riaprire le speranze per il terzo posto da Europa League. In realtà il gap è scavato dalla capacità di attaccare e concretizzare. E qui le cifre sono impietose: 188 attacchi dei Cityzens contro i 137 dei nerazzurri, 179 passaggi di cui 45 in area dalla trequarti offensiva in avanti contro 135 e 40. Le ragioni di una profonda differenza, comunque, non si fermano certo qui.

ATALANTA E MANCHESTER CITY: LA DURA LEGGE DEL GOL. La concretezza, il killer istinct, è ciò che separa le due contendenti nel testacoda a campi invertiti dopo la cinquina sporca, aperta dall’illusorio penalty di Ruslan Malinovskyi procurato da Josip Ilicic (fallo di Fernandinho) il 22 ottobre scorso all’Etihad Stadium. Gli uomini di Pep Guardiola, infatti, non hanno tirato molte più volte di quelli di Gian Piero Gasperini nelle 3 partite fin qui disputate: 52 a 38. L’hanno fatto, però, in modo più efficace e accurato: 22-18 nello specchio, 25-18 fuori, 5-7 tiri respinti, 3-2 legni colpiti. I passaggi chiave, tra l’altro, vale a dire gli assist mancati perché chi ha ricevuto palla non ha segnato perché contrastato o per errori propri, parlano sempre a favore del City: 144 (sui 179 citati in premessa) a 69 (su 135), segno di una presenza fisica e di spirito molto più accentuata. La voragine tra la big e i parvenue del grande calcio.

PASSAGGI E CROSS. Solo la voce dei cross è dominata, si fa per dire, dall’Atalanta. Ne ha tentati meno dell’avversario di turno, 48 a 58, ma con una percentuale di riuscita superiore: 21 per cento a 16, in termini numerici 10 a 9. Tra cui quello di Hans Hateboer a Duvan Zapata per il provvisorio vantaggio contro lo Shakhtar. Quanto ai passaggi, invece, l’impronta barcelonista da tiki-taka premia la squadra del Pep: 1815 completati su 2074 tentati, una ragnatela fitta e mobilissima che trasporta velocemente la sfera in avanti disorientando il nemico. 88 per cento di riuscita, in questo caso, a confronto col buon 86 atalantino, ma su numeri assoluti enormemente inferiori: 1215 su 1406.

CHAMPIONS E CAMPIONATO. Posizione interlocutoria come il rendimento, invece, per entrambe, nei rispettivi campionati. Dopo 11 giornate il City insegue il Liverpool in fuga, 25 punti contro 31 e scontro diretto alle porte, mentre l’Atalanta è quarta a 21 (meno 8 dalla vetta) insieme a Lazio e Cagliari, anche se scontri diretti e differenza reti dicono che la posizione ricoperta è la sesta. I bergamaschi sono in flessione: una gara vinta nelle ultime quattro, en plein per i Blues. Per i gol, siamo al top nei due casi: 34 a 30, nessuna altra compagine ha segnato di più. Certo, quelli presi fanno anch’essi la differenza: 10 a 18… e non serve dire per chi.

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