L’ex giocatore e allenatore nerazzurro plaude al nuovo corso atalantino che pare inarrestabile: “L’Atalanta non perde mai la sua identità a prescindere da dove giochi e da chi manchi”
“Il tratto distintivo dell’Atalanta nel suo momento magico, che dura da tempo perché ormai è stabilizzata su alti livelli, è l’identità: gioca per imporre il suo calcio anche in trasferta, anche se mancano Zapata e Ilicic o tutti e due”. Il succo del peana, nero su bianco oggi su L’Eco di Bergamo, dell’ex giocatore e allenatore nerazzurro Ottavio Bianchi, bresciano con casa a Bergamo da decenni.
BIANCHI E LA MANO DI GASPERINI. “A prescindere dalla qualità dei singoli, nelle vittorie è la mano dell’allenatore che si vede sempre – rimarca Bianchi, riferendosi a Gian Piero Gasperini -. La Juve non mi sta convincendo, le vere sorprese del campionato sono la Lazio e l’Atalanta. Con Gasperini l’Atalanta non ha mai avuto paura di alcuna sfida, quindi può giocarsela anche col Valencia in Champions League”.
BIANCHI, IL GASP E CONTE. “L’Inter è forte anche perché ha speso molto e si vede la mano di Conte, perché è una squadra determinata e caratteriale. Ma la mano dell’allenatore dell’Atalanta si vede di più, nel contesto di un calcio nazionale che in Europa è di terza o quarta fascia: gli italiani bravi vanno all’estero e non giocano, gli stranieri che non giocano all’estero vengono in Italia a giocare. Mi stupisce che fra i nerazzurri spesso parta titolare un solo italiano”.