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Gli ex al veleno dell’Atalanta e di Gasperini: 9 punti persi in metà stagione

Non solo Petagna e Reca, tra i killer dell’ultimo posticipo: gli ex dell’Atalanta e del suo allenatore, vedi Palacio e Poli, sono costati finora ben 9 punti alla squadra di Gasperini

Assist e gol per il pari del la al bottino pieno in rimonta. Firmato, Arkadiusz Reca e Andrea Petagna. Il primo è l’ex più fresco, l’altro quello più stagionato. E meno male che all’andata, il 25 agosto scorso, sul campo della Spal, al doppio vantaggio propiziato da servizio a Di Francesco e gol del Mulo sul favore di ritorno avevano risposto la testatona di Robin Gosens e quindi la doppietta da chirurgo di Luis Muriel nella ripresa. Non è certo la prima volta che l’Atalanta, in questa mezza annata al netto della prima di ritorno in campionato, viene colpita e anzi killerata da facce fin troppo conosciute. Ex non soltanto di maglia, ma anche di mister. Segno che a Zingonia e ovunque sia transitato Gian Piero Gasperini sono passate plusvalenze su due gambe o comunque elementi piuttosto efficaci.

LA LEGGE DELL’EX… AL VELENO. Se giocatori così validi e pungenti uno se li ritrova contro, significa che ha lavorato bene per svezzarli e che dovendovi rinunciare ha giocoforza alzato l’asticella. Hai voglia a chiamarli ex al veleno, sono professionisti bravi a dare del tu alla palla nel momento giusto e basta. Il triestino l’ha dimostrato per la quinta volta (due vittorie e altrettanti ko) in quattro scontri diretti vissuti sulla sponda ferrarese: “Se giocasse sempre contro l’Atalanta, Petagna segnerebbe ben più di Ciro Immobile”, il sorridente ipse dixit pieno di affetto come un bignè allo zabaione rivolto dal maestro all’allievo. Dei volti noti performanti fino a essere decisivi squadra e uomo in panchina se n’erano accorti anche alla seconda giornata, nell’incipit settembrino di Parma (esilio da completamento della Curva Nord del Gewiss Stadium) contro il Torino.

GLI EX DEL TORINO: 3 PUNTI PERSI. Proprio l’avversario del prossimo turno all’Olimpico dell’ex capitale subalpina (sabato 25, 20.45) è l’esemplificazione della tesi. L’ex non è velenoso in sé, nel senso che la rivalsa non c’entra: è bravo, l’hai cresciuto o innalzato tu a certi livelli e lui ricambia facendo il professionista, ovvero il bene di chi lo paga. Seconda di andata, sul neutro lungo la via Emilia. Pronti via, angolo del prodotto della cantera di Zingonia Daniele Baselli pennellato per la fronte di Kevin Bonifazi, peraltro presunto obiettivo di mercato nerazzurro; l’uno-due a cavallo dei tempi di Duvan Zapata non basta, perché in agguato ci sono Berenguer e la zucca di Armando Izzo, protegé del Gasp ai tempi del Genoa, un mastino di prim’ordine oggetto di apprezzamento e stima anche nei successivi passaggi societari del mentore, sempre su palla inattiva del bresciano di Gottolengo, stavolta una punizione da sinistra.

GLI EX: PUNTI… DI SUTURA. Tra Toro ed estensi fanno 6 punti persi. La Torino granata e corsara suona a dimostrazione che il connubio fra amici-nemici di squadra e per il mister può risultare letale a maggior ragione. La Dea e il suo cantore tra vibrati, soffiati e lezioni di estetica del 3-4-1-2/2-1/3 se ne sono accorti il 15 dicembre a Bologna. La apre Rodrigo Palacio, ex del Grifone e quindi di Gasperini, in tap-in sul legno dell’ex atalantino Riccardo Orsolini, manco a dirlo tra i migliori in campo. E, prima della vana fiammella della speranza sull’asse tra Musa Barrow (finito proprio lì a gennaio) e Ruslan Malinovskyi, il bis in gioco aereo di Andrea Poli, interista quando lo era anche lo spirito guida della Bergamo del pallone a esagoni dall’estate 2016. Start del 2011-2012, esonero senza una sola vittoria.

PUNTI STRAPPATI: IL CASO VERONA. E fanno 9 punti rosicchiati dall’irriconoscenza, che è una legge del calcio e va accettata. Per poco non s’era ripetuto il patatrac il 7, otto giorni prima, in casa contro l’Hellas Verona del discepolo prediletto Ivan Juric e del ragazzo in prestito Matteo Pessina. Inservibile, però, in quell’occasione, la doppietta imbracciata dall’estraneo Samuel Di Carmine, a fronte della magata dell’ucraino per l’1-1, di quella del Ronaldito (fallo su Tim Castagne) dal dischetto per il secondo pari e della zampata da centrattacco di Berat Djimsiti al culmine delle grandi manovre della difesa. Sempre ex sono e sempre se ne troveranno sul cammino dell’Atalanta: basta prendere loro le misure, senza piangere quando non ci si riesce e magari si è a quota 35 in classifica quando potevano esserne 44. Troppo vicini alla vetta, eh?

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