Lo Scala del calcio atalantino, fantasista inarrivabile e discontinuo: è ancora nel cuore dei tifosi per un gol decisivo nello spareggio di Genova del ’77
Il mito di Augusto Scala, 71 anni oggi, giovedì 30 gennaio 2020, resiste all’usura del tempo. Perché è uno degli eroi, con gol all’attivo, del famoso spareggio del ’77 a Genova per risalire in A. 158 presenze e 33 palloni nel sacco tra B (cinque campionati) e A (solo due), 18 e 2 in Coppa Italia, 5 in Coppa Rappan il suo score. Il raffinato quanto discontinuo genio del calcio e dell’Atalanta anni settanta resterà per sempre vivo nella memoria dei tifosi per il secondo dei due gol rifilati al Cagliari il 29 giugno 1977 a Marassi: 10′ della ripresa, a tiro del vantaggio mancino di Tonino Rocca a fil di legno sul cross di Pierino Fanna, ecco il fallo su Bertuzzo e la punizione a due fintata da Rocca con Ezio Gol ad appoggiarla per la botta all’incrocio di Gusto Gol. Rendendo inutile il sussulto di Oreste Lamagni alla mezzora: l’occhiale col Pescara a Bologna il 3 luglio successivo suggellerà la promozione.
COLPO DA SETTANTA. Chioma lunga e barba, il romagnolo di confine Scala quel giorno indossava la 9 e nove giri di lancetta più tardi fu sacrificato sull’altare del cambio tattico con un certo Antonio Percassi. Approdato minorenne al Bologna da Bagno di Romagna (frazione San Piero), paesino sull’Appennino Tosco-Emiliano, classe a pacchi e abilità da fermo, nel passaggio e nello stretto, lo spirito libero col gusto per il gol, spesso altrui dietro suo servizio, in rossoblù vinse due Coppe Italia (’70 e 74′) col prestito a Cesena (1972-1973) in mezzo. Quindi diviene noto perché vogliono cederlo all’Avellino e lui non va, venendo aggregato alla Primavera: il 14 aprile ’74 le partite cominciano con 10′ di ritardo per lo sciopero dell’Associazione Italiana Calciatori. L’inizio della fine del vincolo: prima i giocatori erano legati alla volontà dei club.
SETTE ANNI A BERGAMO. A Bergamo, pur tra prestazioni e rendimento sempre sull’altalena, la mezzala-interno che amava la libertà rimane un settennio. Da un avvicendamento cadetto in panchina all’altro: Heriberto Herrera-Angelo Piccioli e Bruno Bolchi-Giulio Corsini. Con Giancarlo Cadè-Gianfranco Leoncini al secondo atto e tantissimo Titta Rota. 8, 10 o sporadicamente 9 il numero sulla schiena. Tre volte cannoniere scelto atalantino: 8 all’esordio, 6 al ritorno in A (dove aveva esordito tra i felsinei il 24 novembre ’68 contro il Milan al “Dall’Ara”) insieme ad Angelo Paina e un settebello nella penultima stagione orobica a braccetto con Ezio Bertuzzo. Tantissimi auguri.
Ciao Gusto!!!!
Auguri
Io c’ero grande Gusto
Carissimi auguri Gusto! X classe, quando ti girava, migliore anche di Ilicic…….
Tanti auguri
Io c’ero, ricordi indelebili
Quel giorno a Genova c’ero anch’io. Auguri Gusto
Chi non si ricorda la coppia Scala – Vernacchia?
Auguroni Gusto , e Fanna è sempre un bel vedere…?
AUGURI
Auguri ??
AUGURONI.” GUSTO.”
Idolo di gioventù…. Un abbraccio
C’ero e’ stata una goduria
?????Auguri
Auguri
io quel giorno a Genova ero la restera sempre nei miei ricordi Auguri campione
Auguri
Ricordo come fosse ieri…..grande Gusto!!!!
Auguri