Il centrocampista mancino brianzolo in prestito dall’Atalanta sta portando il Verona in Europa. Riscatto, controriscatto o big?

Dagli inizi sotto casa, sedicenne, nel Monza, al sorpasso da derby del Milan sull’Inter per assicurarselo. Dal doppio prestito a Lecce e Catania col rischio di bruciarsi all’Atalanta passando dai 9 gol di Como. Quindi, da una stagione da rincalzo agli ordini del Gasp, dopo il parcheggio cadetto allo Spezia, alla rivalutazione delle azioni a Verona, sponda Hellas, dove la neopromossa in mano a Ivan Juric, allievo del tecnico di Grugliasco, sogna l’Europa. Matteo Pessina, oggetto del focus della Gazzetta dello Sport, è l’ennesimo dei tesoretti in pugno a Zingonia.

UN PESSINA DA BIG. Il monzese, già decisivo coi suoi gol al Lecce (due volte) e al Brescia, sta giocando da cursore sulla trequarti con escursioni in mediana nel preferenziale 3-4-2-1 dell’allenatore croato che ha mandato in rete altri 12 giocatori. Gli scaligeri possono riscattarlo il 30 giugno prossimo con 4,5 milioni di euro, ma i nerazzurri si sono riservati il diritto di contro-opzione soltanto a mezzo. E le big, in primis le milanesi col Napoli più dietro, anche in classifica (31, meno 1 dai rossoneri, dal Cagliari e dal Parma, contro 30), stanno alla finestra.

IL BOMBER PESSINA. Insieme a Di Carmine, Verre, Faraoni e Pazzini, del resto, Pessina a quota 3 è il bomber scelto del campionato targato Hellas. Una squadra finora in grado di stupire, proprio come il monzese classe 1997 cui è bastata mezza stagione per mettersi in vetrina al pari di Amrabat e Rrahmani, gli altri gioielli ora di proprietà dei Ciucci venuti su dal niente o quasi.