41 inverni per Pierre Regonesi, che da ottobre è abile e arruolato nel Badalasco: sesta stagione tra i dilettanti per il mancino della Bassa

Risulta abile e arruolato per il Badalasco, frazione di Fara Gera d’Adda, girone D della Seconda Categoria bergamasca, col 41 scritto sulla carta d’identità. Non accenna a voler smettere col vizio del pallone, Pierre Giorgio Regonesi, papà d’arte del nerazzurrino e azzurro Under 15 Iacopo, stesso piede mancino ciclonico e stesso imprinting Atalanta nelle vene. Il terzino sinistro che fu, oggi riciclato anche a centrocampo, registra anche un gol su azione, nell’incipit dello scorso dicembre, nel 2-2 casalingo degli abduani di Graziano Nicoli con la Mozzanichese. Auguri doverosi, per uno che la prima squadra del club del cuore può dire di averla sfiorata appena.

REGONESI, DALL’ATALANTA A (QUASI) ALLA JUVENTUS. Se è per questo il talento di Verdellino (ma abita a Pognano ed è nato a Osio Sotto), statura notevole (1 e 86) per un esterno difensivo dei suoi tempi e maestria totale nei calci da fermo, sfiorò anche la Juventus, che che a un certo punto ne deteneva la metà del cartellino. Nel palmarès atalantino, invece, l’apice di soltanto due comparsate in serie A: l’esordio, dall’82’ al posto di Paolo Foglio il primo giugno ’97, nel 3-0 a Reggio Emilia in cui il doppiettista (dal dischetto) Pippo Inzaghi scrisse 24 conquistandosi il titolo di capocannoniere; prpprio contro i bianconeri al “Delle Alpi” di Torino, il 25 gennaio 1998, un ko per 3-1 con lui in campo dal 77′ per lo sloveno Robert Englaro.

IL GIOIELLO DEL VAVA. Se a fargli assaggiare il grande calcio fu Emiliano Mondonico, incrociato di nuovo all’AlbinoLeffe nella seconda metà del 2005-2006 salvandosi dalla C1 negli spareggi con l’Avellino (a segno sia all’andata che, su rigore, al ritorno) e nel 2010-2011, il mentore storico di Regonesi è Giovanni Vavassori. Col quale vinse il Torneo Dossena di Crema nel ’97 e il campionato Primavera nel ’98. E che gli regalò altre 9 presenze tra B e Coppa Italia, dopo le 17 di Bortolo Mutti nell’annata precedente, portando a 28 quelle nerazzurre in una carriera ancora non terminata.

TRA B E C. Nella stagione e mezza all’Empoli in cadetterìa, il sogno della big sfumato e il destino tra B e C segnato. Nei cugini della Celeste, sotto Elio Gustinetti, il gran salto fino al secondo campionato nazionale, con l’abbandono del “Martinelli” di Leffe per l’”Atleti Azzurri d’Italia” e la cancellazione dallo statuto societario del servizio all’Atalanta come ragion d’essere del secondo club della Provincia. Quindi il quadriennio riminese col ritorno in riva al Serio, assistendo al trasloco del campo d’allenamento dal “Rino Gritti” di Verdello al Centro Sportivo di proprietà a Zanica. Una maglia da 291 presenze e 23 palloni nel sacco.

REGONESI DILETTANTE. Falliti ai rigori i playoff nel 2014 sempre sotto le insegne del Gus, il papà d’arte Regonesi opta per divertirsi vicino a casa: MapelloBonate in D, poker al Casazza in Promozione, l’Asperima e adesso la nuova avventura. Tantissimi auguri a uno che avrebbe meritato ben altre ribalte: 473 match e 29 reti da pro, condite da 31 e 3 dall’under 15 all’under 20, non sono noccioline.