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Auguri ad Alessandrelli, il dodicesimo di Titta Rota

Compie 68 anni il socio originario di Briatore nel Billionaire: fu vice di Memo con Rota e, dopo aver fatto il vice di Zoff, all’Atalanta ballò una sola stagione

14 partite con 7 reti al passivo in un campionato cadetto, 2 e 2 in Coppa Italia, tenendo la rete immacolata a San Benedetto del Tronto per buscarne un paio dall’Inter. Tutto qui, nella stagione 1979-1980, il palmares in maglia Atalanta di Giancarlo Alessandrelli, nativo di Senigallia ma romano di Trastevere dall’età di 1 anno, che oggi nel compie 68. Da socio originario e mente storica del Billionaire targato Flavio Briatore, e soprattutto da ex portiere che in nerazzurro fu vice di Maurizio Memo dopo la gloria juventina da dodicesimo arraffa-trofei.

ALESSANDRELLI, AUGURI AL DODICESIMO. Guardare le spalle a Dino Zoff, mister 330 gare di fila in campionato dal 1972, significava guardare il pallone da spettatore. Alessandrelli era detto Radiolina perché il ruolo vero da dipendente di Madama, quello che lo salvava dalla disoccupazione, era riferire agli altri i risultati delle concorrenti. In A, con quella casacca gloriosa, una sola presenza da incubo, proprio prima di trasferirsi a Bergamo: 26 minuti in Juventus-Avellino, 13 maggio 1979, da 3-0 a 3-3. Poco male: in 12 presenze ufficiali, di cui 10 in Coppa Italia, anche quella con l’Omonia Nicosia in Coppa dei Campioni il 28 settembre ’77. Un albo d’oro ricco: 3 scudetti (1972, 1977 e 1978), la Coppa Italia nel 1979 e la Coppa Uefa del 1977, primo trofeo internazionale finito nella bacheca di Boniperti & Co.

ALESSANDRELLI, UN DODICESIMO A BERGAMO. Riserva ma nemmeno troppo nella Dea neoretrocessa cadetta che l’anno dopo sarebbe sprofondata in C1, Alessandrelli, dal ’71 al ’72 (campionato Primavera vinto) e poi dal ’75 al ’79 alla Juventus, sotto le Mura ebbe come compagni il fantasista anarchico “Gusto Gol” Scala, il bomber Ezio-Gol Bertuzzo e il cavallo di ritorno in difesa Giovanni Vavassori. Nato calcisticamente nell’Ostiense di Ponte Marconi, a 18 anni va a Torino, quindi nella Ternana del “gioco corto” di Corrado Viciani (alla Dea 1969-1970, per metà annata, prima di Renato Gei e Titta Rota) da toccata e fuga in A, ad Arezzo dove vive tuttora (ha un ristorante lì e un altro a Porto Cervo), a Reggio Emilia e, dopo il nerazzurro atalantino, gioca con Sanremese, Rondinella, Fiorentina e ancora la seconda squadra di Firenze. Nel 1986 il capolinea. Tanti auguri al dodicesimo.

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