La squadra di Gasperini ha dimostrato, battendo il Valencia due volte su due, di non dover più temere una scuola calcistica che in Europa va per la maggiore. Grazie a un grande Freuler
Dopo il doppio ko inflitto al Valencia, con otto gol equamente distribuiti tra l’andata e il ritorno degli ottavi di Champions League, all’Atalanta di un tassello riscoperto come Remo Freuler il calcio spagnolo, che va per la maggiore in Europa, non fa decisamente più paura. Sembra proprio questa la tesi di fondo che traspare dall’analisi a bocce ferme de L’Eco di Bergamo, mentre ai quarti della coppa dalle grandi orecchie, in attesa dei match di settimana prossima del Real Madrid in casa del City e del Barcellona col Napoli, s’è qualificato anche l’Atletico Madrid.
CALCIO SPAGNOLO: IL PRIMO CONFRONTO. Il fatto è che i nerazzurri, scrive il quotidiano cittadino, oltre alla maestria tattica nel primo confronto con la posta in palio contro il pallone del quadrilatero a ovest dei Pirenei hanno dimostrato di saper superare la soglia psicologica della prima volta. Anche perché con Francia, Germania e Inghilterra l’abitudine c’era già. La squadra di Gian Piero Gasperini, opposta a un calcio ricco di fraseggio ma anche di spazi per esprimere il proprio gioco, ha potuto evidenziare tutta la qualità di cui è capace.
L’ATALANTA CONTRO UN CALCIO MENO FISICO. Ad avvantaggiare l’Atalanta, anche un calcio meno fisico di fronte. Il resto, nonostante gli errori dietro (uno sul 4-1 di Cheryshev a San Siro, due martedì), l’hanno fatto Josip Ilicic azzerando il difensore valenciano più sprovveduto (Diakhaby, vedi rigori provocati) e la consistenza di una liena di mezzo con lo svizzero Freuler capace di ergersi a protagonista. Intensità, corsa, precisione e leadership, con fascia di capitano nel finale, per fare da riferimento per tutti gli altri.
